Bpvi, Fondazione Roi valuta la causa al cda di Zonin
VICENZA Si fa più concreta la possibilità di una seconda azione di responsabilità a Gianni Zonin. L’ex-presidente Bpvi, già destinatario con consiglieri e manager di quella promossa dalla banca, è stato anche presidente della Fondazione Roi dal 2009 al 2016. Proprio l’ente culturale vicentino valuta se muoverla al vecchio cda presieduto da Zonin. La Fondazione gestisce il lascito ereditario del marchese, che nel 2009 lasciò 91 milioni di patrimonio tra immobili e azioni a una realtà legata a doppio filo con Bpvi (che nominava 3 consiglieri). Legame così stretto (e in conflitto d’interesse), che l’ente, con una serie di corposi acquisti, era divenuto uno dei primi azionisti Bpvi, con 510 mila azioni, circa lo 0,5%, e per 7 anni (fino al 2016) guidata dallo stesso Zonin, che replicava il tandem con il vice Marino Breganze. L’azzeramento delle azioni della banca ha provocato una perdita di circa 26 milioni di patrimonio per la Roi, che ieri ha presentato un bilancio complessivo di 71 milioni di euro chiuso con un utile di 30 mila euro (contando anche i 5,1 milioni incassati con la transazione con la banca firmata lo scorso anno).
Il periodo a guida Zonin è finito sotto la lente del nuovo cda della Roi, dal 2016 presieduto dal sociologo Ilvo Diamanti. L’ente ha raccolto tutti i documenti sulla gestione del portafoglio tra 2009 e 2015 da parte della banca e ha chiesto una valutazione allo studio legale Gitti di Milano sull’ipotesi di un’azione di responsabilità verso il cda che gestì la Roi. Il condizionale è d’obbligo. Ma la strada pare tracciata, visto che lo studio di un’azione giudiziaria è al vaglio da luglio 2017 e il mantra del mandato di Diamanti è uno solo: «Portare la Roi oltre le vicende passate». «Attendiamo una valutazione dei legali dichiara Diamanti -. Io sono deciso ad andare fino in fondo, almeno fino a quando potrò; altrimenti lascerò tutto alla prossima amministrazione». All’eventuale causa potrebbe affiancarsi la costituzione di parte civile nel processo agli ex vertici Bpvi («Non abbiamo ancora deciso», chiosa il vicepresidente, Andrea Valmarana). Con probabilità gli ultimi atti della presidenza Diamanti. Il cda è scaduto con il bilancio 2017, su cui si attende l’ok entro luglio della Regione. Ma dopo la liquidazione di Bpvi, che nominava 3 membri (che ne indicavano altri 3), si è arrivati ad un nuovo schema di selezione, con il nuovo statuto presentato ieri: il cda scende da 7 a 5 membri, 3 indicati da Fai (Fondo ambiente italiano), diocesi di Vicenza e Accademia olimpica, che possono cooptare un quarto membro e a cui si affianca il direttore del museo civico di Palazzo Chiericati, membro di diritto. Con la novità del segretario generale, che può essere nominato dal cda.