Lotta dura al rumore: oltre 200 multe ai bar
Il Comune: «Andremo avanti»
Tra diffide e sospensioni si è arrivati a quota 244, con un picco nel 2017: è il bol- lettino della lotta del Comune all’inquinamento acustico provocato dagli avventori di bar e locali. Intervenuta a un convegno, l’assessore Segala spiega che la linea dura continuerà: «È un punto a cui prestiamo grande attenzione – ha spiegato – sono diversi anni che le amministrazioni di Verona portano avanti un tavolo, denominato, per l’appunto, “Bar Fracassoni”». Sul tavolo potrebbe arrivare presto la questione dell’esplosione dei plateatici, che i comitati di residenti guardano con preoccupazione. E, in futuro, un altro fronte è quello delle campane delle chiese.
Tra diffide e sospensioni si è arrivati a quota 244. Alcuni di questi provvedimenti hanno, fatto, è il caso di dirlo, «rumore», basti pensare a quelli presi alla vigilia del Vinitaly in zona porta Borsari, dove è stato imposta a due locali molto frequentati la chiusura anticipata entro mezzanotte. Insomma, quello dei «bar fracassoni» è un tema destinato a restare nella vita cittadina veronese, soprattutto durante i mesi estivi. E più in generale, è lecito aspettarsi che le controversie relative all’inquinamento acustico tengano ancora a lungo banco nei tribunali.
Secondo i giuristi, il boom di cause amministrative al riguardo si è avuto nel 2017. Considerati i tempi tecnici della giurisprudenza, siamo appena agli inizi. E c’è uno spettro che si aggira tra le amministrazioni comunali: è quello della sentenza, datata lo scorso ottobre e ora sospesa in attesa dell’appello, che ha condannato la città di Brescia a risarcire dei residenti di una zona frequentata da studenti universitari, per il troppo chiasso della movida: si parla di decine di migliaia di euro a testa.
Questioni aperte che sono state affrontate nel convegno «Nuovi orientamenti giurisprudenziali in tema di danno da rumore», ieri alla facoltà di giurisprudenza. È stata in questa occasione che l’assessore con deleghe all’urbanistica e all’ambiente, Ilaria Segala, ha ribadito la linea del Comune. «È un punto a cui prestiamo grande attenzione – ha spiegato – sono diversi anni che le amministrazioni di Verona portano avanti un tavolo, denominato, per l’appunto, “Bar Fracassoni”. Non si tratta solo di fare repressione, ma anche prevenzione. Accanto ai 244 a interventi, si è svolta anche molta attività informativa, abbiamo fatto segnalazioni che non hanno portato a multe, ma a verifiche, in sede giudiziarie, ad esempio sull’autorizzazione a trasmettere musica in esterno di alcuni locali, con dei ricorsi che sono stati vinti». Un attivismo che fa dire all’esponente della giunta Sboarina di non temere iniziative come quella dei residenti nel centro di Brescia. «Sono anni che a Verona si affronta questo tema, partiamo da una situazione radicalmente opposta a quella del capoluogo lombardo».
Sul tavolo «Bar Fracassoni» potrebbe arrivare, in un futuro prossimo, anche il tema dei plateatici, degli spazi all’aperto occupato dai locali. La questione preoccupa l’associazione Verocentro, come afferma il vice presidente Paolo Zattoni: «Non vogliamo certo un’inquisizione, ma occorrono verifiche sistematiche anche per quanto riguarda l’aspetto acustico: avere decine di persone che parlano all’aperto fino a notte fonda può rivelarsi un danno per i residenti».
In futuro, nuove controversie potrebbero riguardare le campane delle chiese, come è accaduto di recente a Vicenza. «Ci sono diversi interessi e diversi diritti che confliggono – è il commento di Tommaso Dalla Massara, docente universitario organizzatore del convegno – e negli ultimi anni è emersa una nuova sensibilità su questo tema. Lecito aspettarsi importanti sviluppi giurisprudenziali».
L’assessore Segala Non solo multe, facciamo tanta informazione