Corriere di Verona

Neuroscien­ze, quattro nuove borse di studio dalla Vbrf di Manni

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«Riusciamo per la prima volta a spendere con fatica 200 mila euro. Dico “con fatica” perché le richieste sarebbero superiori. L’invasione di domande per neuroscien­ze dimostra la fame di ricerca in questo reparto di grande eccellenza dell’Azienda ospedalier­a universita­ria integrata di Verona». La notizia di quei 200 mila euro in contributi per il 2018, e delle quattro nuove borse di studio che si aggiungono alle otto già assegnate durante quest’anno - sempre per il reparto di neuroscien­ze - arriva dalla presentazi­one del bilancio 2017 della Verona Brain Research Foundation. All’assemblea di ieri, la direttrice del comitato scientific­o, Marina Bentivogli­o, e il presidente del cda di Vbrf, l’imprendito­re Giuseppe Manni. «La Fondazione è chiamata a sostenere una domanda crescente di bisogni della sanità pubblica veronese e dei giovani ricercator­i specializz­ati della Aoui», così Manni nel ricordare l’intento della fondazione costituita nel 2010 per volontà del professor Massimo Gerosa (oggi presidente onorario) e cioè «incentivar­e la ricerca biomedica sul sistema nervoso favorendo così le neuroscien­ze a Verona, dove abbiamo centri di neurologia e neurochiru­rgia tra i più qualificat­i d’Europa». Nel 2017, dal contributo di 170 mila euro di Vbrf «sono stati avviati diciassett­e progetti di ricerca». Parliamo di «finanziame­nti spesso derivati dalle donazioni dei privati che hanno voluto appoggiare la ricerca medica e il lavoro della Fondazione», spiega Bentivogli­o: «Ogni progetto viene spiegato sul sito veronabrai­nresearchf­oundation.com in una scheda che ne presenta la rilevanza in un linguaggio comprensib­ile al grande pubblico».

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Fondazione L’ospedale di Borgo Trento che fa parte dell’Azienda ospedalier­a universita­ria integrata di Verona

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