Patto con le opposizioni Passa la variante che riduce il cemento
Centinaia di emendamenti ritirati. Sboarina: «Discontinuità»
A notte fonda arriva l’accordo trasversale su alcune importanti modifiche. Tutte le forze politiche, dopo le 2 del mattino di ieri, raggiungono un’intesa e così, dopo 4 sedute di discussioni (tra cui appunto quella dell’altra sera, fino alle 2 di notte) la Variante urbanistica 23 viene approvata dal consiglio comunale, grazie anche al ritiro di centinaia di emendamenti.
L’intesa trasversale (maggioranza più Sinistra in Comune, Pd, Cinquestelle e Verona Civica, contrari solo i tosiani, che avevano riproposto lo schema della Variante 23 da loro redatta) riguarda tre punti importanti: la riduzione a metà degli insediamenti residenziali in via Puglie nei pressi del Chievo, (da 6.400 metri quadrati a 3.500 metri quadrati); l’apertura di un tavolo di confronto sull’ex Manifattura Tabacchi, alla luce di una possibile cessione dell’area alla Fiera; il dimezzamento da 12 mila a 6 mila metri quadrati del commerciale vicino ad Esselunga, all’ex Eva frigoriferi.
Nonostante questo «patto» restano i voti contrari degli stessi Pd, Sinistra in Comune, Cinquestelle («questa Variante andava revocata e rifatta da zero, ascoltando i cittadini», ha detto Marta Vanzetto) Verona Civica e Lista Tosi («non c’è equilibrio pubblico-privato, molti quartieri non avranno la riqualificazione sperata»). Alla fine, 23 sì, 9 contrari.
L’accordo sui tre puntichiave era arrivato, come detto, alle 2 di ieri e così, sia il Pd che Michele Bertucco concordano nel dire che «la notte porta consiglio». Per il Pd, le modifiche concordate «consegnano alla città una variante meno soffocante e segnano un punto di rottura, rispetto alle passate amministrazioni, della logica del muro contro muro tra maggioranza ed opposizione».
Bertucco da parte sua ricorda che per ottenere questo risultato «ci sono voluti 407 emendamenti di Verona e Sinistra in Comune (su 563 totali) e una maratona oratoria che ha visto in questa circostanza la compattezza di Verona e Sinistra in Comune, PD, Verona Civica e M5S». Il consigliere sottolinea l’accoglimento dei suoi due emendamenti «il primo che prevede la riduzione delle previsioni commerciali sull’area dell’ex Eva Frigoriferi da mq. 12.000 a mq. 6.000 ed il secondo che dimezza le previsioni residenziali in Via Puglie a Chievo. Importante – aggiunge - è anche la disponibilità ad un tavolo di confronto sul futuro della ex Manifattura Tabacchi che coinvolgerà le Circoscrizioni sul modello del tavolo aperto sull’area dell’ex Tiberghien: risultati importanti per la città ma che – conclude Bertucco - non cambiano il nostro giudizio negativo sulla Variante 23».
Il sindaco Federico Sboarina, nelle conclusioni, spiega invece che «questa delibera dà seguito al nostro programma elettorale: da una parte l’impostazione ideologica di Bertucco e M5S – ha detto dall’altra il gruppo Pd, escluso Benini, che riconosce la discontinuità che si è voluto dare, a favore della minore invasività di centri commerciali e di una maggiore vivibilità dei quartieri».
Rispetto alla prima versione, la Variante elimina 6 grandi strutture di vendita e stabilisce la diminuzione del 16,86 per cento del perimetro del centro urbano, in cui è possibile autorizzare la costruzione di nuovi centri commerciali. Sono state eliminate nove schede norma: Palazzina, Ca’ dell’Orto, Cercola, Santa Maria in Stelle, Ex tiro al volo, Spianà golf, San Rocchetto, Tigli, Quinto. Quanto alle Torricelle, delle 94 istanze presentate, 31 erano state approvate dalla precedente amministrazione. Di queste, dopo i controlli sull’abusivismo, solo 11 sono risultate legittime.