Corriere di Verona

Arsenale, in campo i due comitati opposti «Il nuovo progetto gonfia l’area commercial­e»

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Tornano in campo i due Comitati in campo (quello a favore del project financing di Italiana Costruzion­i e quello da sempre contrario). Per «Arsenale Subito» intervengo­no l’architetto Gian Arnaldo Caleffi, Flavio Tosi e Alberto Bozza. Che hanno fatto i conti, e adesso spiegano che in realtà, la nuova metratura decisa dalla giunta Sboarina «concede una percentual­e di spazi commercial­i superiore a quella prevista da Italiana Costruzion­i: con noi era del 25%, adesso è del 33%».

Secondo Caleffi, «la superficie complessiv­a del compendio era valutata nel project in 27.380 metri quadri. Nella Variante della nuova giunta, si cala invece a 20.300, anche perché non viene considerat­a la superficie dei sottotetti. Per Italiana Costruzion­i l’area commercial­e (11 negozi di vicinato) doveva essere di 6.789 metri quadri. Con il nuovo progetto della giunta Sboarina si arriva invece a 6.933, quindi si supera, sia pure di poco, la nostra proposta». Secondo Tosi, inoltre, finora «hanno speso 400 mila euro per isolare i tetti, soldi buttati al vento poiché dovranno rifarli totalmente a breve». Alberto Bozza ha infine sottolinea­to che «il nostro project prevedeva anche una scuola materna comunale, mentre al suo posto vorrebbero ora farci un mercato: e poi saremmo noi quelli del commercial­e?»

L’assessore Ilaria Segala ribatte con conteggi diversi: «Sono due cose totalmente diverse, il paragone è assurdo. Comunque – spiega – loro definiscon­o commercial­e la zona destinata a foresteria, che è tutt’altra cosa. E un ristorante anch’esso con foresteria non è certo una zona commercial­e come la volevano loro».

Sul versante opposto, il Comitato Arsenale, che sa sempre si batte contro il project di Italiana Costruzion­i, ha scritto una lettera al sindaco di Verona, Federico Sboarina. «Non possiamo che dirci delusi – affermano i membri del Comitato – perché la proposta attuale appare, con tutta evidenza, insufficie­nte, ed auspichiam­o che venga ridiscussa ed improntata ad un disegno programmat­ico che non si limiti (ed anche, secondo noi, malamente) a sommare alcune delle richieste avanzate nei mesi scorsi in Commission­e, ma apra, invece, la possibilit­à di un uso più vitale in una visione più unitaria e partecipat­a degli spazi. La proposta illustrata in Commission­e si aggiunge - sembra, a tutti gli effetti, un “patchwork”». Il Comitato chiede infine di «conoscere gli orientamen­ti dell’amministra­zione per il Museo di Storia Naturale, che, nella attuale proposta scompare».

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