Carreri, il Csm nega il reintegro alla toga che indagò su Bpvi
No al rientro in magistratura. La reazione: «Questa è la casta»
Il Consiglio superiore della magistratura blocca definitivamente la carriera di magistrato di Cecilia Carreri, l’ex giudice per le indagini preliminari che nel 2002 si oppose all’archiviazione della prima inchiesta su Banca Popolare di Vicenza e sull’allora presidente Gianni Zonin. Il Csm ha respinto la sua domanda di rientrare in magistratura: «E pensare che volevo solo riprendere servizio, dare il mio contributo alla Giustizia – commenta amareggiata Carreri -. Vogliono tenermi lontana, forse perché sono una ficcanaso».
A dare notizia della decisione del Csm è stata la stessa ex toga, che ha pubblicato sulla sua pagina Facebook un fiocco nero dedicando «questa giornata - il 21 giugno - a tutti i magistrati eliminati perché avevano fatto il loro dovere. Ne ho conosciuti molti, alcuni eliminati fisicamente, altri privati illegalmente della loro toga. È la stessa cosa».
Carreri, che ha sempre sostenuto la nullità delle dimissioni del 2009, ha ricevuto sul social network molta solidarietà da utenti ex azionisti. «Ho chiamato il Csm, mi dicono che è tutto secretato: non ho neppure il diritto di sapere perché hanno rigettato il mio ricorso – commenta l’ex gip - lo scoprirò solo tra qualche giorno, quando mi spediranno per posta le motivazioni. Ero pronta a riprendere il mio vecchio posto in tribunale a Vicenza, farmi carico anche di inchieste delicate, come quelle che interessano le banche. E invece hanno alzato un muro tra me e la casta dei magistrati. Ci ho provato in tutti i modi, ma a questo punto hanno vinto loro: ora mi ritirerò a vita privata. Anche se mi addolora profon- damente, sono costretta a lasciare per sempre la toga nell’armadio».
A luglio uscirà la seconda edizione del suo libro «Non c’è spazio per quel giudice», che Carreri ha pubblicato nel 2017. Il volume, aggiornato con una decina di pagine sull’attuale inchiesta sulla banca, è incentrato sulla prima indagine, quella del 2002. All’epoca, l’investigazione era nata in base ai dubbi emersi nel corso di un’ispezione condotta da Bankitalia: nel libro, l’ex toga parla di pressioni e di una rete di relazioni costruita per proteggere l’ex banchiere Zonin. Carreri, dopo l’archiviazione, rimase in servizio nel foro vicentino fino al 2009. Lei stessa diede le dimissioni in seguito allo scandalo derivante da un procedimento che la vide finire di fronte al Csm per essersi «assentata dall’ufficio a più riprese e periodi molto lunghi per motivi di salute»: l’organo superiore sosteneva che tutto ciò non le aveva impedito di «svolgere un’attività fisica altamente impegnativa», una regata in barca a vela durante un periodo di ferie arretrate. Accuse sempre rigettate dall’ex giudice.
Nell’ultimo biennio il crack Bpvi ha riportato Cecilia Carreri alla ribalta, come simbolo positivo del magistrato che forse aveva intuito in anticipo quanto avrebbe portato al crack della banca.