Maffei a nuovo, rinasce il liceo più antico d’Italia
L’inaugurazione il prossimo 18 settembre con il ministro all’Istruzione Bussetti
Sono terminati i lavori di ristrutturazione al liceo classico Maffei, il più antico d’Italia: tutto antisismico, soffitti e pavimenti nuovi, l’aula di informatica. Ma l’inaugurazione è rimandata a settembre: adesso ci sono gli esami.
Il preside Roberto Fattore Adesso siamo impegnati nel cercare risorse per dotare di attrezzature ottimali l’aula di informatica
Dopo due anni esatti la facciata di via Ponte Pietra torna libera da impalcature. Il regio liceo «risplende» anche nel suo classico color crema, sia pur attenuato rispetto al passato: cancellati gli sfregi che si erano accumulati nel tempo. Ma la vera novità è all’interno: per la prima volta è tutto in regola, sia dal punto di vista antisismico, sia da quello antincendio, rifatta da in cima a fondo la (storica e pur molto bella) aula magna, che avendo gli interni completamente in legno violava ogni norma vigente sulla prevenzione dei roghi.
La consegna del «nuovo» liceo Maffei è avvenuta in questi giorni che, per gli studenti e i professori significano, innanzitutto, esami. Per questo non è accaduto niente dal punto di vista ufficiale: niente feste, niente inaugurazioni.
Tutto slitta al prossimo 18 settembre, a una settimana esatta dall’inizio della scuola: un’inaugurazione in grande stile per celebrare la rinascita del «liceo più antico d’Italia», a cui prenderà parte il neoministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, e una lunga lista di ex alunni, maffeiani che hanno fatto carriera.
Nel frattempo, alla Provincia resta la soddisfazione di aver portato a casa un’opera simbolica in tempi di austerity per gli enti locali: la risistemazione è costata 2 milioni e 600 mila euro: 840 mila sono stati messi dai Palazzi Scaligeri recuperando risorse interne (con anche qualche vendita del proprio patrimonio). Inoltre, sempre gli uffici dell’amministrazione provinciale, hanno seguito la progettazione senza affidarsi a degli esterni. «Ci hanno passato le scuole superiori – dice il presidente della Provincia, Antonio Pastorello – quasi fossero un fardello da sbarazzarsi: in effetti l’onere sulla sicurezza è molto elevato, come abbiamo potuto constatare in questi anni».
Gli interventi hanno riguardato, tra le altre cose, la posa di nuovi controsoffitti (in passato l’intonaco aveva ceduto, ed era stato necessario rimuoverlo: gran parte del liceo si è tenuto a lungo i soffitti «a macchia di leopardo»), e la sostituzione di un’ottantina di porte, alcune risalenti al dopoguerra, di aule e uffici.
Non solo, è arrivata anche la risistemazione completa della palestra e della copertura della scuola. A seguito dei lavori sono state sgomberati anche molti spazi al seminterrato, che saranno destinati ad archivi e a una seconda sala per l’attività fisica, in particolare la ginnastica.
Con il riordino, al Maffei arriva anche la tanto agognata aula informatica. «Ora siamo alla ricerca di risorse – annuncia il preside Roberto Fattore – per un’attrezzatura ottimale». Il dirigente scolastico annuncia anche che – come previsto – ora che il liceo è tornato completamente agibile (i lavori, in due stralci, hanno chiuso, prima un’ala della struttura, poi l’altra) non saranno necessarie due sedi staccate: verrà meno quella del Cangrande, resterà quella di via Venier. E adesso che il «gioiello» dell’istruzione veronese è stato rimesso a nuovo nella sede che fu sua da fine Settecento, per poi diventare a tutti gli effetti un liceo con decreto napoleonico firmato nel 1807, che accadrà? «Per la scuola veronese si tratta di un grande notizia: un liceo storico torna completamente fruibile» afferma il provveditore Albino Barresi. E il consigliere provinciale con delega all’istruzione, David Di Michele annuncerà la settimana prossima gli stanziamenti per i prossimi lavori negli istituti: una serie di interventi sempre improntati alla sicurezza. Ma per il (lontano) futuro qualcosa di grosso bolle in pentola: i nuovi poli scolastici. «Stiamo aspettando che il Comune ci indichi delle aree per la costruzione – fa sapere Pastorello – così da partire con le prime ipotesi».