I lavori al Brennero: tunnel completato per il 30 per cento
Il tunnel del Brennero, al momento, è stato realizzato per il 30 per cento: 82 i chilometri scavati in galleria, 1,5 i miliardi di euro investiti e una previsione di spesa per il 2018 di 600 milioni di euro, necessari per costruire altri venti chilometri dell’infrastruttura che consentirà di raggiungere Innsbruck da Bolzano in 55 minuti invece delle quasi due ore attuali, che collegherà il capoluogo altoatesino a Monaco in due ore e mezza. Vedrà la luce nel 2027 e tutto fa pensare, come suggerisce il commissario governativo per il tunnel Ezio Facchin, che i tempi saranno rispettati.
La priorità attuale riguarda le tratte d’accesso in territorio italiano, compresa la circonvallazione di Trento e quella di Rovereto, ovvero il lotto 3, che dovrebbe essere pronto per il 2030: «Perché si deve garantire il necessario livello di omogeneità del sistema ferroviario su tutto il collegamento Monaco-Verona» sentenzia Facchin. «La galleria di base è l’infrastruttura fondamentale per il Trentino Alto Adige dei prossimi dieci-quindici anni» sottolinea il presidente di Confindustria Trento Enrico Zobele auspicando che «i tempi rimangano quelli previsti perché ne abbiamo estremamente bisogno». Si diceva delle tratte d’accesso: secondo Facchin il procedere della galleria di base pone il problema dell’accelerazione della loro costruzione. «Devono essere in grado di assorbire il traffico prodotto dal tunnel e dai servizi regionali » sottolinea.
Insieme all’infrastruttura principale, dovranno essere pronti i lotti Fortezza-Ponte Gardena e l’ingresso a Verona. «La circonvallazione di Bolzano è in stand by per problemi di carattere tecnologico, come l’alimentazione delle locomotive, nel frattempo si prosegue con lo studio per la riqualificazione della stazione — fa notare —. Entro fine anno, poi, si dovrà presentare un’analisi di fattibilità tecnicoeconomica per un progetto di circonvallazione di Trento, per la realizzazione del Nordus e la riqualificazione della stazione con l’eliminazione dei binari in superficie con una rampa di abbassamento che cominci all’altezza di Canova per entrare in galleria all’ex scalo Filzi e una stazione provvisoria durante i lavori ». Il tutto da concludere entro il 2030. «La galleria di base è oggetto di un trattato di Stato del 2004 che i vari governi che si susseguono sono chiamati a rispettare — ricorda poi Facchin a chi gli chiede se lo preoccupi un ministro delle infrastrutture e dei trasporti che in passato non ha fatto mistero di guardare con scetticismo all’alta velocità —. Per tutti gli altri interventi sul territorio italiano si tratta di costruire un’analisi costi-benefici che sia in grado di dare una risposta al traffico delle merci: continuare a trasportarle su strada è un problema al quale dobbiamo dare soluzione. Servono, tuttavia, tanti anni».