La nuova variante alla statale 12 «Era meglio il progetto di Tosi»
Dura presa di posizione dei comitati, l’assessore Segala: «Convinti della scelta»
Daniele Nottegar La fretta di chiudere il progetto rischia di portare a una viabilità addirittura peggiorata Ilaria Segala Rispetto al progetto del 2016, questo porterà il 30% di veicoli in meno lungo la statale
«La variante alla Statale 12? Piuttosto che quella presentata dal sindaco Sboarina sarebbe bene tornare a quella del 2016, presentata allora dalla giunta Tosi». A dirlo è Daniele Nottegar, leader dei comitati no-Tav ma soprattutto residente lui stesso in strada dell’Alpo, che si è fatto portavoce di un gruppo di coltivatori diretti della zona, decisamente arrabbiati. Il tracciato previsto dal nuovo progetto, infatti, taglia praticamente in due una ventina di campi della zona, e secondo i coltivatori «sarebbe un disastro, peggio che se ci espropriassero tutto il terreno e ci facessero chiudere l’azienda…»
Oltre che su questo versante, Nottegar punta soprattutto il dito sul fatto che «questa versione della variante è la viabilità a servizio dell’area della Marangona come sottolineato in più punti della “Relazione tecnica-illustrativa” non tenendo minimamente conto del prossimo ribaltamento del casello di Verona sud, del capolinea del filobus e della costruzione del parcheggio scambiatore della Genovesa da oltre tremila posti auto, il cui scopo primario è quello di fare in modo che gli automobilisti lascino le loro auto al limite di Verona sud e utilizzino i mezzi pubblici per raggiungere la fiera ed il centro città». In particolare, secondo Nottegar, «nella previsione dei flussi di traffico che accompagna il progetto è riportato che con la variante 2018 ci sarà (almeno) un 5% in più di traffico a Cadidavid rispetto alla soluzione del 2016 proposta dal comune e bocciata dall’ autostrada con motivazioni generiche e non allegate al nuovo progetto. E lo stesso studio – aggiungono - non si preoccupa minimamente di quello che succederà in via Torricelli ed in via Roveggia dove confluiranno i veicoli provenienti dalla nuova uscita della SS 12 diretti verso il centro».
In conclusione, «il rischio concreto è che per la fretta di chiudere la progettazione dell’ormai ultra decennale nuova statale 12 si crei un’ infrastruttura che invece di migliorare la gravissima situazione viabilistica e di inquinamento in cui versa Verona sud la peggiori andando inoltre a danneggiare pesantemente tante aziende agricole che saranno sventrate».
La variante del 2016 correva a fianco della linea ferroviaria ma era stata bocciata dal Ministero dei Trasporti. La nuova variante esce invece dall’asse storico Isola Della Scala-Buttapietra-CadidavidVerona con una svolta verso sinistra (prima dell’abitato di Cadidavid) tagliando in mezzo ai campi racchiusi tra strada di Ca’ Brusà, strada La Rizza e Strada dell’Alpo e arrivo alla Marangona.
Da Palazzo Barbieri, l’assessore all’Urbanistica, Ilaria Segala, ribatte con forza soprattutto all’accusa sul traffico a Cadidavid. E spiega che proprio lo studio sul traffico citato da Nottegar dà indicazioni opposte: «Rispetto al progetto del 2016 – spiega Segala – quello attuale prevede una riduzione di oltre il 30 per cento di veicoli lungo l’asse storico dela Statale. È vero – aggiunge l’assessore – che il nuovo progetto porterà sulla nuova strada un 5% in meno di veicoli rispetto alla proposta del 2016, ma saranno tutte automobili – sottolinea l’assessore – perché tutti i camion, che costituiscono il vero problema, saranno obbligati a deviare sulla variante». Quanto al problema dei campi «tagliati in due» dalla nuova strada, Segala dice di «comprendere i problemi dei coltivatori» e assicura che solleverà il tema alla Conferenza dei Servizi che proprio oggi riunirà tutti gli enti (Anas, Veneto strade, regione Veneto e comune di Verona) per dare il via libera alla progettazione preliminare. Lillo Aldegheri