Daspo urbano: due centurioni i primi colpiti
Bra, soldi per la foto. E sul lungadige un uomo beccato a fare il bagno nudo
La delibera sul «daspo urbano» risale all’altra sera e ieri ecco le prime due applicazioni: due «centurioni» che stazionavano davanti all’Arena, molestando i turisti per avere 5 euro in cambio di una foto con loro.
Il commento del Pd Rassicurazioni da Polato e dal comandante Altamura circa le buoni intenzioni nell’applicare questo strumento
La delibera era stata approvata l’altra sera e dodici ore dopo, ieri mattina, le prime due applicazioni: due «centurioni» che stazionavano davanti all’Arena, molestando i turisti per avere i soliti 5 euro in cambio di una foto con loro, sono stati allontanati, grazie a quello che viene chiamato il «metodo Daspo».
A spiegarne l’utilità sono stati ieri l’assessore alla Sicurezza, Daniele Polato, e il comandante della Polizia Municipale, Luigi Altamura. «Finalmente - ha detto Polato abbiamo un nuovo strumento che ci consentirà di disincentivare la presenza di soggetti pericolosi in città». «L’allontanamento dei due centurioni di questa mattina - ha aggiunto Altamura - è la prima segnalazione a carico di due soggetti che, oltre al pagamento della multa, da 100 a 300 euro, sono ora vincolati all’allontanamento per un raggio di almeno 200 metri e per 48 ore». Se gli «allontanati» torneranno, scatterà a loro carico un raddoppio della multa, da 200 a 600 euro, e la segnalazione alla Questura per il definitivo divieto di accesso all’area. E se ancora non si arrenderanno, potrà scattare la denuncia penale, con possibile foglio di via».
Polato e Altamura hanno anche fornito le cifre del lavoro svolto negli ultimi due mesi dalla Polizia Municipale. Oltre 35 mila interventi, quasi 3 milioni di euro di multe erogate, ben 4.224 richieste alla Centrale Operativa da parte di cittadini. Un cittadino romeno, 46enne, è stato sorpreso in pieno pomeriggio a fare il bagno completamente nudo lungo l’Adige di fronte a Castelvecchio.
Sedici gli sgomberi da aree pubbliche e private, tra cui uno in via Cernisone, dove un 39enne romeno, oltre ad aver allestito abusivamente un vero e proprio appartamento in un edificio abbandonato, aveva predisposto anche un allarme rudimentale per tenere lontano gli (altri) intrusi.
Tornando al neonato Daspo, Polato ha sottolineato come il consiglio comunale l’abbia approvato all’unanimità dei presenti, sottolineando come questo significhi una «maturazione del confronto e un segnale significativo da parte delle minoranze».
Minoranze che tuttavia qualche riserva la paiono nutrire. Michele Bertucco (Sinistra e Verona in Comune) sottolinea che «stiamo assistendo a una deriva securitaria oltre ogni limite che, fomentata dalle esternazioni e dalle azioni razziste del ministro Salvini, ricade sulle libertà individuali in maniera preoccupante. La delibera sul Daspo (e Bertucco sottolinea di non aver partecipato al voto per rimarcarne l’inutilità, ndr) è la conferma di questo clima. Immaginiamo già - ironizza Bertucco - controlli della polizia locale che passerà le giornate in appostamenti con cordicella metrica e cronometro».
«Vigileremo sull’applicazione del daspo» dicono invece Carla Padovani, Elisa La Paglia, Federico Benini e Stefano Vallani del Pd e, per Verona Civica, Tommaso Ferrari, i quali sottolineano che questo «è un rimedio alle persone moleste che ammorbano la vita di piazze, strade e quartieri, messo a disposizione dai governi di centrosinistra su richiesta dei sindaci. Non nascondiamo - aggiungono che se fosse stata per la becera propaganda a sfondo etnico ascoltata in Consiglio negli interventi di molti colleghi di centrodestra, il nostro voto non avrebbe potuto che essere contrario. Le rassicurazioni e la parola del Comandante Altamura e dello stesso assessore - concludono - ci hanno rassicurato sulla buone intenzioni dell’amministrazione nell’applicare con oculatezza questo strumento».