Fabrizio Moro «A Villafranca come all’Olimpico»
Il trionfatore di Sanremo atteso il 19 luglio a Villafranca. «Questo live ripercorrerà la serata magica dell’Olimpico. Adesso ho trovato l’equilibrio sul lavoro ma sono sempre alla ricerca di nuove sfide. L’Arena? Un passo alla volta...»
Prima la vittoria a Sanremo in coppia con Ermal Meta, poi un concerto allo stadio Olimpico di Roma. Ed ora una tournée che, il 19 luglio, porterà Fabrizio Moro al castello Scaligero di Villafranca (ore 21, info www.eventiverona.it).
Prima di tutto, che cosa ha rappresentato per lei cantare all’Olimpico?
«È stato un punto d’arrivo molto importante. Suonare in un contesto del genere nella mia città davanti a tutte quelle persone, è stata una soddisfazione e una grande iniezione di coraggio».
Che concerto sarà invece quello al castello di Villafranca?
«Sarà lo stesso concerto dell’Olimpico, non varieranno molte cose. Due ore e mezza di concerto, con trenta canzoni in scaletta. Non ci saranno gli ospiti del live di Roma, ma lo spettacolo resterà invariato».
Quale è stato il suo primo pensiero quando hanno annunciato la vittoria a Sanremo? «Mi sentivo sulle spalle una grande responsabilità nei confronti di Ermal. Ero stato io a coinvolgerlo e non è stato semplice all’inizio, ma durante il festival siamo diventati amici. Quando hanno annunciato la vittoria, ho detto ad Ermal in un orecchio “sono felice
che tu abbia accettato”».
Quando ha capito che la vostra «Non mi avete fatto niente» poteva vincere?
«Ci siamo sempre sentiti all’altezza della vittoria. Anche perché è un brano in cui abbiamo creduto da subito. Bookmaker e addetti ai lavori parlavano di vittoria da subito, ma, visto i precedenti, siamo rimasti con i piedi per terra fino all’annuncio».
È un veterano di Sanremo, come giudica la rivoluzione di Claudio Baglioni?
noi «Sicuramente artisti perché, positiva finalmente, per abbiamo che scrive avuto canzoni un e, referente a Sanremo, cambiano è una parecchio». cosa rara. Le cose
In «Pace» canta «Cerco solo il modo / Di trovare la pace che non ho». Questa ricerca è andata a buon fine? «Dal punto di vista del lavoro direi di sì, ho raggiunto un equilibrio molto forte in questo senso. Dal punto di vista umano ed emotivo, invece no: la pace non può appartenermi per lungo tempo. Sono troppo ambizioso e alla ricerca continua di una sfida».
Quanto è cambiato il suo songwriting dal 2000 ad oggi? «Ho sempre scritto di pancia. Di getto. Non mi sono mai messo a tavolino. Sicuramente esiste quella parte di mestiere, ma personalmente se non vivo delle cose non riesco a metterle su carta. Dal 2000 ad oggi sono cambiato, soprattutto grazie alla paternità, e la cosa si riflette in quello che scrivo». Ermal Meta ha detto in un’intervista che state scrivendo assieme, il prossimo sarà un lavoro congiunto? «Sto scrivendo un album nuovo e la prima persona a cui lo farò ascoltare sarà sicuramente Ermal. Entrambi scriviamo per altri colleghi e può darsi che un giorno scriveremo qualcosa assieme per un altro artista».
A settembre era stato al teatro Romano di Verona, questa volta canterà al castello di Villafranca, la prossima tocca all’Arena?
«È presto (ride, ndr)! Ci sono delle tappe a cui bisogna dare un giusto tempo per il rispetto che si deve portare a quei luoghi. Comunque lo spero».