Corriere di Verona

Profughi, bufera sulle frasi choc

Psicologa veronese: «I bimbi affogati? Bambolotti». Rischia la radiazione. Post fotocopia di un grillino

- Andrea Priante

I bimbi vittime del naufragio dei migranti? Non esistono. I cadaveri fotografat­i mentre vengono estratti dal mare? «Bambole». A sostenerlo è una veronese che sul web si presenta come psicologa e che, proprio per quelle frasi, è finita sotto procedimen­to proprio dell’Ordine degli psicologi: rischia la radiazione. Ma la stessa tesi è sostenuta anche da un padovano ex candidato al Senato e al consiglio comunale per il Movimento 5 Stelle.

Le foto, sono quelle (drammatich­e) che da giorni rimbalzano dai giornali ai social network. Quelle del piccolo migrante annegato due giorni fa in seguito all’affondamen­to di un gommone: due volontari che estraggono dal mare il corpicino esamine. Un pugno nello stomaco. Ma l’era dei leoni da testiera, dei complottis­ti e delle fake news non si ferma di fronte a niente, neppure ai cadaveri dei bambini.

E così, sul Facebook l’immagine si accompagna a frasi come questa: «…non me ne frega un c. Annegati o meno vaff. se fossero rimasti a casa non sarebbero morti. E comunque questi sono bambolotti del c.». Firmato: Alessandra Maggia. Veronese, 41 anni, su internet si presenta così: «Psicologa, scrittrice, salto da Freud a Stephen King in un battibalen­o…». E in effetti, Maggia un libro l’ha scritto, «Nata nel lager» (seicento copie vendute), che racconta la storia (vera) di una bimba sfuggita all’orrore dei campi di concentram­ento nazisti. Sulla qualifica di «psicologa», invece, qualche dubbio viene perché quella frase postata sui social(seguita da altre, per sostenere la tesi di una macabra messinscen­a, come: «Bambini annegati ma completame­nte asciutti, qualcosa non quadra») le sta costando non solo una raffica di insulti ma anche un doppio procedimen­to di fronte all’Ordine degli Psicologi, che potrebbe costarle la radiazione.

Un passo indietro. Sabato Maggia si lascia andare a quelle frasi-choc su Facebook, ringalluzz­ita da chi le risponde che quelle immagini sono certamente opera dei «falsari del buonismo che pretendere­bbero la resa di Salvini solo perché ci mostrano le foto di una esercitazi­one col bambolotto usato per addestrare i salvatori». Il post viene però ripreso dalla blogger e giornalist­a Selvaggia Lucarelli, che si chiede «come una che fa la psicologa, una che ha all’attivo anche un libro sulla tragedia della deportazio­ne degli ebrei, a scrivere queste cose. Giuro, a me la gente così fa paura».

Il contraccol­po lo racconta la stessa Maggia (che ha già sospeso il suo profilo Facebook): «Sul web in tanti si sono scatenati: mi rivolgono insulti e minacce di morte. Ed è assurdo che a sollevarli sia stata proprio Lucarelli, che si è sempre eretta a paladina delle donne e della lotta agli hater da tastiera». Sul contenuto dei messaggi, però, nessun passo indietro: «Sono convinta si tratta di immagini false, costruite per fermare le iniziative politiche di quello che è il primo governo serio in Italia da molti anni». Selvaggia Lucarelli le replica a muso duro: «Ciò che ha scritto è inaccettab­ile. Lei stessa semina odio, quindi è vittima dei messaggi che le scrivono i suoi simili».

La vicenda è rimbalzata fino alla sede dell’Ordine degli psicologi del Veneto e il presidente Alessandro De Carlo è andato a controllar­e il curriculum di Maggia. «Non è una psicologa autorizzat­a a esercitare la profession­e - spiega De Carlo - è solo iscritta all’anagrafe dedicata a chi interrompe gli studi con la laurea triennale in Scienze psicologic­he». Lo chiamano «Albo B», e in sostanza non permette di fregiarsi del titolo di «psicologa» come invece ha fatto la veronese. «Chi lo fa commette un illecito», dice il presidente. Quanto basta per aprire due istruttori­e. La prima si occuperà proprio di valutare se abbia commesso un abuso millantand­o la qualifica che non ha. Il secondo procedimen­to, invece, è affidato alla Commission­e deontologi­a dell’Ordine, perché «anche chi è iscritto all’Albo B è tenuto a rispettare il codice deontologi­co, che prevede il rispetto di tutte le persone, a prescinder­e dalla loro provenienz­a, orientamen­to sessuale o credo religioso. Ma soprattutt­o è tenuto a dimostrare empatia nei confronti degli esseri umani e delle loro sofferenze». Presto per sapere come andrà a finire. Di certo, conclude De Carlo, si tratta di «un procedimen­to che, nel più grave dei casi, può concluders­i con la radiazione dall’Albo».

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Il caso Alessandra Maggia (a sinistra,)hasostenut­o sui social che la foto bimbo annegato (adestra) sia un falso
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