Scartezzini: «Io per mano con Viviani il sogno è correre insieme a Tokyo 2020»
Il ciclista della Bassa, argento mondiale 2018 nello scratch, è grande amico di Elia
Longilineo e filiforme, occhi svegli, modi schietti. Michele Scartezzini è uno dalle idee chiare. Ventiseienne di Isola della Scala, papà imprenditore agricolo, mamma casalinga, la sorellina Beatrice; una famiglia della sana provincia italiana. La sua storia in bicicletta parte da Castel d’Azzano: «Giocavo a calcio, un amico mi propose di provare la bici. Sono cresciuto nell’Azzanese, ho iniziato a vincere qualche corsa, gli scout della nazionale hanno messo gli occhi su di me e mi hanno convocato. Avevo 17 anni. Su strada sono un passista scalatore, ma la pista è diventata la mia casa. Gli studi? Mi sono diplomato perito meccanico al Ferraris. Mi sarebbe piaciuto andare all’università, ma gli impegni sportivi non erano compatibili».
Lo scorso 1° marzo Michele ha conquistato una sorprendente medaglia d’argento nello scratch, duro susseguo di volate a punti, ai mondiali su pista ad Apeldoorn in Olanda: «Lo scratch è una disciplina molto impegnativa. Ho dato tutto, ai 54 km/h di media». La maggior soddisfazione gliel’hanno data le volate, ma le sue specialità rimangono l’inseguimento e l’Americana: «Nel 2010 mi sono laureato campione europeo juniores nella corsa a punti. Col quartetto dell’inseguimento ho disputato quattro mondiali e conquistato una medaglia di bronzo ai mondiali di Hong Kong dello scorso anno». Prima c’erano state le Olimpiadi di Rio: «Arrivammo sesti, ma con un po’ di preparazione mirata in più, avremmo potuto fare anche meglio. La chiamata fu del tutto inattesa. Eravamo tutti in vacanza, chi al mare chi come me al lago. Ci ritrovammo in un baleno a Rio de Janeiro, quasi senza nemmeno crederci».
Nomini Rio e non può non balzarti alla mente il nome illustre di un altro veronese, Elia Viviani. Con lui Michele ha condiviso per anni l’altra sua specialità prediletta, l’Americana, gara spettacolare a coppie: «Elia è per me come un fratello. È un ragazzo fantastico: ammiro la sua tenacia. Ci siamo allenati insieme prima del Giro. Provava e riprovava. Quello che sta ottenendo, se lo merita tutto. Siamo amici da una decina d’anni. Insieme abbiamo corso e vinto parecchio; dai campionati italiani alle Sei Giorni, l’ultima volta a Gand a novembre del 2017». Buttiamo allora lì una pazza idea, che forse tanto pazza non è: «Correre l’Americana alle olimpiadi insieme a Elia sarebbe il mio sogno. Magari si avvera...» Prima però vanno messi in cascina i punti per la qualificazione ai giochi olimpici, un percorso lungo e selettivo: «Ad agosto sarò in pista per i primi punti in palio ai Giochi Europei di Glasgow, che sostituiscono i Campionati d’Europa». Lì inizierà la rincorsa al sogno olimpico di Michele Scartezzini. Dicono che l’unione faccia la forza. Chissà che allora non lo vedremo tra due anni sull’ovale del Sol Levante sprintare in azzurro a fianco del suo amico Elia. Da Isola a Tokyo a colpi di pedale. Un’intrigante suggestione? Forse. Di sicuro, sarebbe una bella storia da raccontare.