Festival lirico
Arena, il Nabucco risorgimentale del regista Bernard
Era il 24 luglio 1938, una domenica sera, gradinata a 6 lire, platea a 12, poltrone a 25. C’erano, tra gli altri, Carlo Tagliabue nei panni di Nabucco, Giovanni Voyer in quelli di Ismaele, Tancredi Pasero in Zaccaria, Clara Jacobo in Abigaille, Ebe Stignani in Fenena; a dirigere, il maestro Franco Capuana; regia, Mario Frigerio. L’Arena, dunque, fa 80 anni di Nabucco, 215 rappresentazioni in 22 festival, il Verdi infervorato di passione politica.
«Il primo grande successo, di Verdi», ricorda il direttore d’orchestra Jordi Bernàcer, lui che da sabato e per cinque repliche fino al 18 agosto ricompone col regista francese Arnaud Bernard il tandem del Nabucco «risorgimentale» visto l’estate scorsa: «Un anno dopo, posso dire che l’elemento più interessante del lavoro con Bernard è il dinamismo della regia sposato a quello della musica. Una lettura molto musicale, appunto, di Nabucco. Un Nabucco che per Verdi, lo disse lui stesso più volte, fu il vero inizio della carriera: un’opera dalla musica potente, tanto potente che quel linguaggio musicale sconvolse il pubblico dell’epoca». L’epoca della prima, il 1842. A Verona, Nabucco sarebbe arrivato due anni dopo, nel 1844, al Teatro Filarmonico. Per vederlo in Arena, quasi un secolo d’attesa. «In Arena è uno dei titoli più amati», così dalla Fondazione: «E non dimentichiamo i grandi nomi che si sono susseguiti per questo titolo: tra tutti la direzione d’orchestra di Gianan- drea Gavazzeni per l’edizione ’62, la regia di Sandro Bolchi nel ’71, le memorabili interpretazioni di Ghena Dimitrova quale potente Abigaille, oltre a Renato Bruson, Leo Nucci e Placido Domingo nel ruolo del protagonista».
Nell’edizione 2018, due nomi per ruolo. In Nabucco, il baritono della Mongolia Amartuvshin Enkhbat, classe ’86, debutto areniano l’anno scorso in Rigoletto (sarà in scena sabato, giovedì prossimo e il 18 agosto) e Luca Salsi, che in questo festival estivo è anche Amonasro in Aida (sabato 28 e il 10 agosto). I tenori Luciano Ganci (sabato, giovedì prossimo e venerdì 20, l’interprete romano è anche Don José in Carmen) e Vincenzo Costanzo (sabato 28, il 10 e 18 agosto), entrambi all’esordio al festival lirico estivo, si dividono il ruolo di Ismaele. Il basso polacco Rafal Siwek (sabato, giovedì prossimo e venerdì 20) divide con Riccardo Zanellato (sabato 28, il 10 e 18 agosto) il compito d’interpretare Zaccaria. «Il Nabucco è un’opera difficilissima da cantare specialmente per i soprano», spiegava ieri in conferenza il sovrintendente della Fondazione Arena, Cecilia Gasdia: ecco allora Susanna Branchini (sabato, giovedì 12, il 10 e 18 agosto) e Rebeka Lokar (venerdì 20 e sabato 28) in Abigaille. Sul lato risorgimentale dell’allestimento di Bernard s’era già scritto l’estate scorsa: il francese traspone la vicenda tra il 1848 e 1860, gli austriaci sul regno Lombardo-Veneto, e legge nel contrasto insito nella vicenda dell’opera - il conflitto tra Babilonia e Gerusalemme - la storia d’Italia negli anni turbolenti del Risorgimento: «L’azione si svolge attorno alla Scala di Milano durante una reale rappresentazione di Nabucco - rimarca oggi Bernard - per sottolineare maggiormente quanto l’opera e la musica di Verdi potessero entusiasmare e accendere gli animi ancor più di mille proclami».