Corriere di Verona

«Guerra tra medici», nessun colpevole

Commercian­te morì dopo l’intervento: prosciolto il chirurgo indagato per omicidio

- La. Ted.

VERONA«Ho salutato mia moglie alle 07:30 fuori dalla sala operatoria, non l’ho più rivista», raccontò il marito Stefano Ferrari. Per la morte della consorte, la commercian­te di Legnago Angiola Maestrello, a dicembre 2017 il pm Ambrogio Cassiani nell’atto di chiusura dell’inchiesta scrisse che, con la propria condotta, il professor Claudio Muneretto ne avrebbe causato il decesso. Di qui l’iniziale accusa di omicidio volontario, ma ieri il medico è stato prosciolto da ogni reato.

VERONA «Ho salutato mia moglie alle 07:30 del mattino fuori dalla sala operatoria, non l’ho più rivista», raccontò il marito Stefano Ferrari. Per la morte della consorte, la commercian­te di Legnago Angiola Maestrello, a dicembre 2017 il pm Ambrogio Cassiani nell’atto di chiusura dell’inchiesta scrisse che, con la propria condotta, il professor Claudio Muneretto aveva accettato il rischio «di compromett­ere le funzioni vitali della paziente, cagionando­ne, o comunque accelerand­one, il decesso».

Contro il medico, sei mesi fa,l’accusa principale ipotizzata dalla procura risultava pesantissi­ma: «Omicidio volontario». Un sospetto agghiaccia­nte, quello che gravava sul noto cardiochir­urgo di origini romane, 60 anni,primario della cardiochir­urgia universita­ria al Civile di Brescia (carica che ha lasciato il primo dicembre scorso)con la doppia aggravante della premeditaz­ione e dei futili motivi: tutte ipotesi accusatori­e che ieri però, con la sentenza emessa dal gup lombardo, sono definitiva­mente cadute. Dopo una consulenza della difesa, un mese fa la contestazi­one al camice bianco era già stata derubricat­a in omicidio colposo; ieri, in aula, il pm chiedeva di processarl­o per il solo reato di falso ideologico, contestand­ogli di aver alterato la cartella clinica. Dal gup, invece, è stato decretato il prosciogli­mento del medico, nei cui riguardi è stato pronunciat­o il «non luogo a procedere».

Nessun reato, quindi, e neppure un colpevole per la morte della commercian­te: spalla a spalla col marito, gestiva la cartoleria Buffetti nel capoluogo della Bassa. Aveva solo 57 anni quando, proprio su consiglio del consorte, aveva deciso di rivolgersi al dottor Muneretto per farsi correggere un difetto del setto interatria­le. Da tempo lamentava un soffio al cuore, l’intervento venne fissato l’8 febbraio 2016: l’operazione a cui la donna aveva accettato di sottoporsi, dopo anni di indecision­e, doveva essere di routine: «Il professor Muneretto spiegò Ferrari - ci aveva assicurato che si trattava di un intervento con un rischio minimo, del 3-4 per cento». Secondo l’iniziale ricostruzi­one dell’accusa, il medico avrebbe dichiarato di essere sempre stato presente in sala operatoria, dalle 13.46 alle 15.30, ma «dopo un passaggio nel suo ufficio in ospedale si è recato al dipartimen­to di Scienze cliniche all’università». Dietro sollecitaz­ione dei colleghi, sarebbe tornato più tardi ragion per cui la paziente veronese sarebbe stata sottoposta all’Ecmo (il macchinari­o per la circolazio­ne extracorpo­rea) «con estremo ritardo» rispetto al necessario. A quel punto, rendendosi conto che le condizioni della signora Maestrello erano ormai disperate, Muneretto - stando all’originaria accusa del pm -avrebbe deciso di trasferirl­a al Centro trapianti dell’ospedale di Padova. Una mossa, quella del chirurgo, finalizzat­a a evitare che il decesso della paziente avvenisse nel suo reparto danneggian­done l’immagine. Prima di trasferirl­a, l’avrebbe fatta staccare dall’Ecmo, «ignorando volutament­e — scrisse il pm — tutte le evidenze cliniche che rendevano questa procedura impraticab­ile». Cinque giorni dopo, la donna morì di trombosi polmonare massiva.Nel corso dell’udienza preliminar­e, sarebbe tuttavia risultata decisiva la corposa consulenza depositata dalla difesa del professor Muneretto, secondo cui sarebbe stato impossibil­e in ogni caso salvare la vita della signora Angiola.Ieri, dopo essere appena stato prosciolto, il cardiochir­urgo ha commentato: «Accuse tutte false».

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