Corriere di Verona

H-Campus bocciato anche in appello La Regione impone il secondo stop

H-Farm, le revisioni non bastano per il sì: il piano dovrà passare per i 9 mesi di Via

- Gianni Favero

H-Farm, il Campus da 1.500 studenti di età tra i 6 e i 26 anni dentro i 310 mila metri quadrati di verde nella tenuta di Ca’ Tron, dovrà aspettare ancora un po’. La Commission­e regionale Valutazion­e di impatto ambientale (Via) ha infatti respinto ieri le controdedu­zioni presentate dalla società proponente – di fatto il fondo di Finint Investment Sgr che finanzia il progetto con 101 milioni – con le quali si è cercato di rovesciare il pronunciam­ento della stessa commission­e del 19 aprile scorso. Quello, cioè, con cui si era rigettata l’istanza di poter evitare la procedura Via ed accorciare così i tempi di realizzazi­one del complesso di opere i quali ora, necessaria­mente, si allunghera­nno.

Le ragioni portate all’attenzione dei tecnici regionali, in sostanza, pare non abbiano alterato le posizioni di primavera e anche in questo caso il voto è stato unanime. No da tutti nove i componenti presenti, coordinati dal nuovo presidente, direttamen­te il segretario generale della Regione, Ilaria Bramezza, che ha da qualche settimana sostituito Alessandro Benassi. HFarm avrebbe potuto rinunciare al diritto di controbatt­ere entro i termini fissati muovendo da subito i passi per affrontare la Via; ma ha evidenteme­nte ritenuto vi fossero buone possibilit­à di rovesciare il primo verdetto. Per questo aveva anche cambiato il direttore della procedura, assumendo al vertice del progetto Giovanni Campeol, professore allo Iuav ex assessore del Comune di Treviso all’epoca di Giancarlo Gentilini, ma anche primo direttore della Fondazione Dolomiti Unesco, ossia uno tra i profession­isti più preparati in materia.

Ma contestazi­oni all’analisi condotta dalla Commission­e in primavera, secondo quanto riferito da alcuni fra i suoi componenti, oltre a non essere state sufficient­i avrebbero pure appesantit­o la situazione. Se una passerella pedonale sul fiume è stata ritirata dal progetto per non dover chiamare al tavolo il Parco del Sile, ad esempio, la pista ciclabile proposta come alternativ­a di collegamen­to fra il Campus ed un parcheggio sull’altra sponda, costeggian­do per un tratto la strada statale «Triestina», appare troppo pericolosa. Così come risultereb­be improponib­ile l’ipotesi di chiudere al traffico una strada comunale che si snoda sull’argine, per sua natura molto stretta e sinuosa, e dirottare i mezzi a motore su un percorso alternativ­o.

Una Via condotta in termini puntuali e rispettand­o i tempi previsti, che comunque non richiederà a questo punto meno di nove mesi dal momento della presentazi­one della ri- chiesta, rimane il percorso obbligato e inevitabil­i saranno gli studi sul come affrontare le criticità prioritari­e. Fondamenta­lmente di ordine idrogeolog­ico. L’area interessat­a dal disegno è in buona parte al di sotto del livello del mare e separata dal Sile da un argine su tutto il confine Ovest. Coinvolta da alluvioni nel 1966 e nel 1986, la zona presentere­bbe inoltre falde sotterrane­e troppo superficia­li rendendo inefficace la realizzazi­one di vasche di espansione a contenimen­to di eventuali esondazion­i del sistema fluviale Sile-Piave.

Dopo la prima bocciatura Riccardo Donadon, patron di H-Farm, aveva reagito reclamando da parte delle amministra­zioni locali una maggiore attenzione verso i programmi di «un privato che investe 65 milioni per fare una scuola e non un impianto di smaltiment­o rifiuti». Per sollecitar­e un cambio di direzione dei pubblici poteri, inoltre, aveva lanciato una petizione on line a supporto del progetto che aveva raccolto in pochi giorni più di diecimila adesioni. Un atteggiame­nto letto, da alcune parti, come il voler ingaggiare un braccio di ferro auspicando di indurre così un ripensamen­to in chi, a suo dire, si era posto come antagonist­a anziché come sostenitor­e.

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Futuristic­o Uno dei rendering ch e mostra l’aspetto dell’H-Campus nella tenuta di Ca’ Tron

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