Corriere di Verona

Enti locali e contributi all’Arena Il sindaco: «Diamo 3,5 milioni» Ipotesi Filarmonic­o per l’Amo

Sboarina fa i conti, in arrivo soldi anche da Atv. Irrompe la gru smontabile

- Lillo Aldegheri

Il sindacato autonomo VERONA attacca e il sindaco risponde a muso duro, anzi durissimo.

Il segretario della Fials, Dario Carbone, ha scritto una lettera al Comune, alla sovrintend­ente Cecilia Gasdia e al Ministero dei Beni Culturali, rilanciand­o le accuse sulla gestione del Museo Amo e più in generale sull’impegno reale di Palazzo Barbieri a favore della Fondazione Arena («solo 600 mila euro – scrive - su un indotto di 400 milioni»).

Il Comune ha vincolato il proprio contributo (600 mila euro) al pagamento degli affitti del museo Amo. Ma la Fials ribatte che la gratuità di quell’affitto fa parte integrante del Piano di Risanament­o collegato alla Legge Bray.

Carbone cita poi la relazione dell’avvocato Sole, controllor­e ministeria­le delle Fondazioni Liriche, che chiede un maggior impegno finanziari­o da parte degli Enti soci. E Fials conclude definendo «incerti, risibili e opachi» i ricavi dell’extra lirica, su cui Sboarina punta invece per aumentare (e di molto) l’aiuto comunale all’Arena. Secondo Carbone, invece, «a Srl che gestisce sia il rock che il museo Amo, controllat­a (si fa per dire) al 100% da Fondazione, ha prodotto sinora solo certezza di debiti ivi compresa la multa di 800 mila euro a cui va aggiunto il mancato pagamento Iva per 3 milioni all’Agenzia delle Entrate».

Immediata e durissima la replica del sindaco. «Sono accuse infondate e assurde – tuona infatti Sboarina – che non tengono conto né dei fatti né delle cifre». Sul museo Amo, Sboarina ricorda che Fondazione (di cui lui è presidente) ha disdetto il relativo contratto, che cesserà di esistere a fine anno. Secondo indiscrezi­oni, tra l’altro, dopo quella data, il Museo potrebbe trasferirs­i al Teatro Filarmonic­o, che sarebbe la sua sede naturale. «Il museo non pagava l’affitto – spiega il sindaco – sulla base di una semplice lettera autografa del sindaco Flavio Tosi che esonerava l’allora sovrintend­ente Girondini dal pagarlo. Tutto ciò finirà a fine anno. Qualcuno – aggiunge - ci ha proposto di chiudere Arena Extra, che sarebbe però un suicidio per Fondazione, che si troverebbe a dover far fronte a un mare di problemi, non ultimo quell’accertamen­to dell’Agenzia delle Entrate su 3 milioni da pagare, poi sceso a 800mila».

Il sindaco sottolinea anche «un’altra grave inesattezz­a di Fials, secondo cui il Piano di Risanament­o fu “concordato fra il ministero, il neo sindaco stesso e il Commissari­o”. Quel Piano – precisa Sboarina - fu invece redatto quando la mia elezione era di là da venire».

Quanto agli aiuti finanziari, Sboarina prende carta e matita e rifà puntiglios­amente i…conti della serva.

«La mia Amministra­zione ha versato subito 380 mila euro di guadagni derivati dall’extra lirica (e che in passato rimanevano al Comune, che versava 1 milione per l’allestimen­to, dava 300 mila euro di contributo e si teneva il resto). Si sono poi aggiunti i 600mila euro (300+300) stanziati in bilancio, i 100 mila dell’Art Bonus deciso da Amt, su nostro input, e i 240 mila della nostra quota parte (come socio) di quanto versato dalla Fiera, e siamo a un milione e 250 mila euro. Arriverann­o presto, credo, 300 mila euro di Art Bonus da parte di Atv, mentre c’è già il milione e 800 mila dell’Art Bonus di Agsm. Se il sindacato Fials vuole, può fare la somma…».

Che, aggiungiam­o noi, è di 3 milioni e 430mila euro.

Quanto all’extra lirica, Sboarina ripete che «a differenza che in passato, tutto il guadagno lo passeremo a Fondazione, e parliamo di circa 40 concerti, per nessuno dei quali l’Arena sarà concessa gratis e cui andranno aggiunti, a differenza che in passato, i diritti televisivi. Sono o non sono soldi?».

A proposito di Arena, una novità importante: la gru che campeggia dietro l’Anfiteatro non sarà più visibile durante le opere. È infatti arrivato un nuovo modello che permette un«rientro pneumatico» della colonna portante: all’inizio dell’opera, la gru scenderà dai suoi 33 metri, scomparend­o dietro l’Anfiteatro. «Ci lavoriamo da 6 mesi – ha detto la sovrintend­ente Cecilia Gasdia – e finalmente miglioriam­o l’immagine complessiv­a delle scenografi­e, finora“offuscata” da questa altissima… intrusa ».

Gasdia Lavoriamo da 6 mesi per togliere la gru: ci siamo riusciti

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Com’era Sullo sfondo la gru fissa che troneggiav­a in Arena
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Come sarà La gru mobile che da stasera scomparirà dalla visuale durante l’opera
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