Corriere di Verona

Ucciso con la katana sul web i familiari annunciano vendetta

Padova, ex amici a duello per amore di una donna Ora la faida rischia di estendersi: frasi choc sui social

- Angela Tisbe Ciociola

«Se non sarà lui, sarà la sua famiglia a pagare. La vendetta verrà servita fredda. Qui non finisce finché non sarò io a finirla, non mi serviranno armi, solo pugni». Ci sono rabbia e odio nelle parole che i famigliari di Walter Crispin Sahagun ucciso giovedì a Padova hanno affidato alla sua pagina Facebook. Una promessa di vendetta nei confronti dell’uomo che, dopo aver sfidato in un duello a colpi di katana il padre, lo avrebbe finito con una roncola, martorizza­ndone il corpo. Un uomo, Melvil Arca, che è stato subito fermato dagli uomini delle volanti e che, dalle prime ore di ieri mattina, si trova chiuso nel carcere di Padova.

Se James si dice convinto che, all’incontro nel parcheggio dello stadio Euganeo, insieme ad Arca, ci fosse anche il padre di quest’ultimo, i testimoni parlano di una sfida a due, un duello d’altri tempi. A lanciare la sfida era stato Sahagun: «Vieni all’appuntamen­to e porta la katana». Un messaggio minaccioso, un invito a sanare un’offesa al proprio onore, messo in dubbio, secondo la vittima, da una relazione che il suo rivale avrebbe avviato con la ex compagna. È così che è iniziato l’odio tra quelli che in passato erano grandi amici. Walter Crispin Sahagun, 51 anni, che fino a poco tempo fa viveva con la compagna e i due figli, era stato padrino di battesimo di uno dei cinque bambini di Arca, 37 anni. La gelosia ha però preso il sopravvent­o: Sahagun, nelle ultime settimane, si era convinto che la ex compagna avesse avviato una storia d’amore con Arca, padre di cinque figli, sposato e da poco disoccupat­o. Già a maggio l’ha aggredito, rimediando una denuncia. Giovedì, poi, l’ultimo appuntamen­to in un parcheggio deserto.

Il primo ad arrivare è stato Sahagun: nella sua auto la polizia ha trovato 1900 euro in contanti e un calzino con alcuni gioielli, forse da usare in caso di fuga, dopo aver ucciso Arca, oltre a una pistola scacciacan­i. Pochi minuti dopo si è presentato anche Arca, accolto dal suo sfidante con uno sparo che gli ha sfiorato l’orecchio. Poi, i due uomini si sono affrontati a colpi di katane portate da casa, proprio in previsione di una sfida. In realtà le spade erano poco più che bastoni: poco affilate e fragili, sono state usate per poco. Dal nulla, infatti, è spuntata una roncola. Chi dei due l’avesse portata, ancora è da chiarire. Quello che è certo, è che Arca l’ha impugnata e, con questa, ha inferto decine di tagli sul corpo di Sahagun. Poi, lasciato il rivale agonizzant­e, è fuggito in auto. Non sapeva però che alcuni testimoni, attirati dalle grida, hanno assistito alla scena e sono riusciti a riferire la targa alla polizia.

Una pattuglia delle volanti l’ha rintraccia­to in casa di alcuni cugini dove si era rifugiato per lavare il sangue. Bloccato, è stato portato in questura dove, interrogat­o dagli uomini della squadra mobile e dal pm Roberto Piccione fino alle prime ore di ieri mattina, ha ammesso di essersi presentato all’appuntamen­to e di essere stato ferito per primo, ma non di aver finito Sahagun con la roncola. La notizia di quanto accaduto ha gettato nello sconcerto i conoscenti dei due protagonis­ti. «Non riesco a crederci –acconta Raimondo Loddo, responsabi­le dell’area manager della F&De Group, società che si occupa della ristorazio­ne dello Sheraton e dell’hotel Milano, presso cui da marzo lavorava come cameriere Sahagun, ma anche del caffè Pedrocchi -. In passato aveva dimostrato di avere alcuni problemi personali che lo portavano ad assentarsi dal lavoro, ma nelle ultime settimane la situazione era migliorata».

Una reazione, questa, simile anche a quella che hanno avuto i vicini di casa di Arca. «Una persona così mite – commentano Giancarlo e Annalisa, titolari del bar proprio di fronte casa del filippino -. Era sempre insieme ai suoi bambini. Per noi era davvero una brava persona».

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 ??  ?? Vittima e carnefice Nella foto a sinistra la vittima, Walter Crispin Samiento Sahagun, uccisa a colpi di katana da Melvin Arca (a destra) entrambi filippini. A lato la Scientific­a sul luogo del delitto
Vittima e carnefice Nella foto a sinistra la vittima, Walter Crispin Samiento Sahagun, uccisa a colpi di katana da Melvin Arca (a destra) entrambi filippini. A lato la Scientific­a sul luogo del delitto
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