Corriere di Verona

Bollani, il ritorno del talento jazz a ritmo carioca

Il jazzista questa sera in concerto a Sommacampa­gna

- Verni

«“Que Bom” l’usiamo come punto di partenza per poi improvvisa­re il 98 per cento di quello che si sentirà. Partiamo dalle composizio­ni del disco, visto che il gruppo è praticamen­te quello, ma ciò non toglie che lo spirito sia nel presente: cerchiamo di suonare quel concerto in quel momento». A 11 anni dal best seller «BollaniCar­ioca» il jazzista Stefano Bollani torna alla musica brasiliana portando a Verona Folk, questa sera a villa Venier di Sommacampa­gna, l’unica tappa regionale del tour legato al nuovo «Que Bom» (Verona, ore 21.30, info www.boxofficel­ive.it).

Bollani, da dove nasce il suo amore per la musica brasiliana?

«Me ne sono innamorato a 13 anni quando ho scoperto che esisteva questa cosa chiamata bossa nova. Ho avuto la fortuna poi di incontrare la cantante Barbara Casini che sapeva tutto sull’argomento e poi, finalmente, nel 2007 ci sono finalmente andato. Lì sono apparse altre musiche perché il Brasile è un continente enorme, pieno di suoni, dal choro alla samba, ritmi che ho cercato di catturare per fare la mia musica».

«BollaniCar­ioca» rileggeva i grandi temi brasiliani mentre «Que Bom» è composto quasi interament­e da brani inediti e originali. Come mai?

«Volevo sentire di nuovo quel suono lì però scrivendo musica mia. Sono andato a ripescare le stesse persone di quel disco e sono partito per Rio. Già che c’ero non mi sono fatto mancare l’occasione di avere dei grandi ospiti».

A proposito, Caetano Veloso canta in due brani, come vi siete trovati?

«Era un po’ che lo inseguivo. C’eravamo visti dal vivo tre volte nel corso di questi dieci anni e ogni volta si è accennato a collaborar­e. Finalmente per questo disco ero riuscito a cooptarlo in studio, per cantare tutt’altro, ma quando è arrivato avevo scritto un testo in italiano su una melodia che avevo composto: gli è piaciuta e così abbiamo cambiato il progetto iniziale e abbiamo fatto due brani in italiano».

A proposito di Veloso, lui è stato uno dei grandi del Tropicalis­mo, movimento che univa musica, cultura e politica. Oggi facendo musica si può ancora far politica?

«Molti rispondono che qualsiasi atto musicale è una atto politico. Io sono del partito opposto. Credo che la musica sia estremamen­te più in alto della politica come forma di comunicazi­one perché tende all’armonia tra musicisti e con il pubblico, mentre la politica persegue degli interessi, più o meno condivisib­ili. La politica è più simile allo sport, dove qualcuno vince e l’altro perde. Nella musica, quando è bella, vincono tutti».

Che emozioni si porta dietro di quel concerto del 2007 nel mezzo della favela di Pereira de Silva.

«Il pubblico composto dagli abitanti della favela conosceva i brani ma li voleva sentire come li conoscevan­o: è stato molto divertente portarli ad ascoltare quella musica con un orecchio diverso».

Il primo disco che ha acquistato?

«A otto anni, era una cassetta di Nilla Pizzi. Avevo gusti un po’ retrò».

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 ??  ?? Istrionico Stefano Bollani al pianoforte durante un concerto. Il jazzista, noto anche per la sua capacità di interagire con il pubblico, sarà staserà a Villa Venier a Sommacampa­gna
Istrionico Stefano Bollani al pianoforte durante un concerto. Il jazzista, noto anche per la sua capacità di interagire con il pubblico, sarà staserà a Villa Venier a Sommacampa­gna

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