Corriere di Verona

Benetton, negozi e siti chiusi Il figlio: «Persona seria e onesta»

Domani l’addio a Carlo. Il ricordo di Marchi: «Parte della mia vita»

- Gianni Favero Silvia Madiotto

«Mio padre era una bella persona, onesta, seria, che rispettava il prossimo. Tutte le persone che l’hanno conosciuto lo ricorderan­no come un uomo sincero, che amava quello che faceva. Era un perfezioni­sta, dava il massimo. E nei casi in cui perdeva la pazienza lo faceva sempre da signore con le persone che aveva accanto». Così Massimo Benetton ricorda il padre Carlo. E lo fa anche a nome degli altri fratelli Andrea, Christian e Leone. È il ricordo familiare e intimo del più giovane dei quattro «capitani d’industria». Il primo ad andarsene dopo una malattia che non gli ha dato scampo «Mi ha dato molto, - racconta Massimo -. Ricordo molti momenti con mio padre, ma in particolar­e come affrontava ogni situazione, come andava a fondo e voleva arrivare a risolvere ogni questione. Amava la natura, aveva trascorso parte della sua vita in Argentina a seguire le proprietà terriere».

Uno, Carlo, che sapeva farsi voler bene dai familiari, ma anche dagli amici e dagli altri imprendito­ri. Come Enrico Marchi. Ricordo significat­ivo, il suo, visti come i rapporti tra le due famiglie imprendito­riali si siano fatti, nel tempo, da stretti a burrascosi, fino alla Atlantia di Edizione giunta l’altr’anno a insidiare la Save controllat­a da Marchi. Eppure in questo momento c’è anche spazio come in passato in comune ci sia stato anche un pianerotto­lo nello stesso condominio di Cortina dove le famiglie Marchi e Benetton, mezzo secolo fa, avevano acquistato pressoché in contempora­nea i loro appartamen­ti. Vacanze, sport, figli e generazion­i sullo scenario delle Dolomiti. Gli affari, quando per ragioni diverse sono diventati spigolosi rendendo ruvide le posizioni, non hanno intaccato le relazioni personali. Le sfere profession­ali sono sempre venute dopo. Enrico Marchi lo garantisce. Oggi è il patron di Finanziari­a Internazio­nale e di quella Save diventata due anni fa incandesce­nte sotto lo sguardo all’apparenza molto interessat­o della Atlantia della famiglia di Ponzano, che aveva mollato la presa solo con l’Opa lanciata da Marchi.

«Ma abbiamo continuato a vederci tranquilla­mente, evitando con attenzione di parlare di lavoro», assicura quest’ultimo. «Carlo, poi, era quello che meno aveva a che fare con simili argomenti. Nei dialoghi c’era la nostra comune passione per la montagna, per il fondo, per i trekking in luoghi sorprenden­ti come la Finlandia». «In queste ore ci siamo sentiti con i fratelli e ho espresso loro la mia vera commozione. Carlo – prosegue Marchi - era parte della famiglia Benetton e la famiglia Benetton è parte della mia vita. Per la stessa ragione è un mio bisogno partecipar­e, domani, al suo funerale».

Un pensiero a Carlo arriva anche da Gianni Mion, figura per decenni vista come il quinto uomo del quartetto dato il suo servizio ai piani più alti del management. «Rispetto agli altri – sottolinea – Carlo ha sempre seguito la parte industrial­e che come sempre, è la meno visibile. Eravamo quasi coetanei, aveva appena qualche mese meno di me. È una cosa che colpisce, mi spiace moltissimo».

L’evento della scomparsa di Carlo Benetton, intanto, ha assunto ieri una sua duplice declinazio­ne. La prima è l’apertura della camera ardente, nella residenza di Villa Rosa, alle porte di Treviso, in una forma rigidament­e riservata. La seconda riguarda le scelte assunte per il funerale, domani, alle 10, nel duomo cittadino. Giorno in cui si fermeranno gli stabilimen­ti produttivi di Benetton Group di Castrette di Villorba e di Olimpias, a Ponzano Veneto, oltre che quelle del quartier generale di Villa Minelli, sempre a Ponzano e gli uffici di Edizione. Contempora­neamente è stato scelto di chiudere, dalle 10 alle 12, i tre negozi del gruppo operativi in città, più un quarto, a Cortina d’Ampezzo. Ma il segnale di lutto toccherà anche tutti i punti vendita retail della Penisola. Nello stesso arco di tempo, nonostante la prosecuzio­ne della consueta attività, la musica normalment­e diffusa nei locali sarà spenta.

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Passioni comuni Carlo Benetton e, a destra, Enrico Marchi
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