Catullo, Comune contro Save all’audizione davanti all’Anac
L’ente, socio di Aerogest, attacca la gestione
Il Comune di Verona ha espresso dubbi e critiche sulla gestione dell’aeroporto Catullo in un’audizione all’Autorità nazionale anticorruzione chiesta per discutere gli effetti della delibera della stessa Anac che biasima l’operazione d’ingresso dei veneziani di Save nella compagine societaria senza gara pubblica. Le critiche vanno dagli investimenti promessi e non mantenuti, alle richieste di chiarimenti disattese, alla constatazione che Save investe più su Venezia che su Verona.
Il Comune di Verona ha espresso dubbi e critiche sulla gestione dell’aeroporto Catullo in un’audizione all’Autorità nazionale anticorruzione chiesta per discutere gli effetti della delibera della stessa Anac che biasima l’operazione d’ingresso dei veneziani di Save nella compagine societaria senza gara pubblica.
L’audizione è stata richiesta da Fondazione Cariverona, che più volte in questi mesi si è scontrata con Save (che gestisce anche gli scali di Venezia e Treviso) sul piano industriale per lo scalo veronese, e vi ha partecipato anche la Provincia di Verona. Comune e Provincia sono soci di Aerogest, primo socio del Catullo con il 47 per cento delle quote, assieme a Camera di Commercio di Verona e Provincia di Trento.
Nel corso dell’audizione, tenutasi a Roma il 20 aprile scorso, il direttore generale del Comune Fabio Gamba ha lamentato come «i dati nel piano industriale a suo parere siano disattesi». Il dg rileva che dei 60 milioni di investimenti promessi ne sono stati effettuati solo sei; che le richieste di chiarimento su investimenti e cronoprogramma «non pervengono»; che l’hub di Venezia sembrerebbe «più privilegiato in termini di investimenti». Nei fatti, è quanto va dicendo da mesi, finora perfetta in solitudine, Fondazione Cariverona, che si è pure astenuta dal votare il bilancio, ritenendo «non adeguate» le poste per coprire gli oneri di un contenzioso milionario con l’Enac. Gamba si pone poi il problema di come «sanare» quanto contestato dall’Anac, aprendo una riflessione con gli altri soci, e rivendicando i poteri di indirizzo e controllo dei soci pubblici.
L’audizione è stata richiesta dopo che il Catullo - con l’appoggio di Aerogest - aveva già deciso di presentare ricorso al Tar contro il ricorso dell’Anac. Una decisione però deliberata, secondo i partecipanti alla riunione, «senza acquisire preliminarmente alcune valutazione o parere dei soggetti da loro rappresentati».
Al di là delle critiche gestionali a Save, l’avvocato Roberto Cappelli di Cariverona esprime le sue preoccupazioni per i possibili impatti
Il rappresentante dell’Autorità ha confermato che la delibera, pur rilevando irregolarità, non individua azioni vincolanti o sanzioni
della delibera dell’Anac sul futuro del Catullo. Anac aveva definito non conforme l’acquisizione con trattativa privata, e non tramite gara pubblica, delle quote del Comune di Villafranca da parte di Save, che aveva permesso ai veneziani di entrare in società e poi salire fino al 40 per cento con un successivo aumento di capitale. Umberto Reale, dirigente dell’Autorità presieduta da Raffaele Cantone, in qualche modo rassicura, spiegando che la delibera «non individua una specifica azione vincolante o sanzionatoria» nei confronti della Catullo, a cui è però richiesta una relazione semestrale sull’effettivo progresso del piano investimenti.
Tutta la vicenda (che dal Catullo non commentano) è stata resa nota ieri da Michele Bertucco di Sinistra in Comune, che presenterà una interrogazione in consiglio comunale. «Gamba conferma indirettamente quando abbiamo sempre detto in merito all’impotenza dei soci pubblici di fronte al nuovo socio privato Save - dice Bertucco - Di fronte a queste novità gravissime, è necessario che l’amministrazione prenda posizione e agisca a tutela del patrimonio dei veronesi».