Corriere di Verona

Tragedia del Cessna, cinque indagati

L’aereo precipitat­o ad Arbizzano in gennaio. Ipotesi di omicidio colposo, ora la perizia

- Tedesco

La tragedia era costata la vita al comandante Prospero Antonini, 69 anni, e al suo allievo e amico Lino Lavarini, 61. Circa sei mesi fa 31 gennaio scorso - il loro Cesna precipitav­a ad Arbizzano. Ora la prima, importante svolta cui approda l’inchiesta aperta per far luce sulla dinamica ma soprattutt­o su eventuali responsabi­lità: le 5 persone iscritte nel registro degli indagati si erano occupate della manutenzio­ne del Cessna prima dello schianto.

Cinque indagati per il Cessna precipitat­o sei mesi fa ad Arbizzano. È la prima, importante svolta a cui approda l’inchiesta aperta dalla procura per far luce sulla dinamica ma, soprattutt­o, sulle eventuali responsabi­lità nella tragedia costata la vita la mattina del 31 gennaio scorso al comandante Prospero Antonini, 69 anni e al suo allievo e amico Lino Lavarini, 61.

I due, alle 10.40 di quel mercoledì, stavano volando a bordo di un Cessna 150 decollato poco prima dalla base di Boscomanti­co, quando all’improvviso persero quota andandosi a schiantare tra gli alberi di un bosco. Sopralluog­hi, acquisizio­ne di testimonia­nze, esami tecnici sul velivolo sotto sequestro: due le inchieste aperte nell’immediatez­za dell’incidente aereo, quella penale coordinata dal pm Federica Ormanni e quella amministra­tiva a cura degli investigat­ori dell’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (Ansv). Al clamore del dramma e al commosso addio ai due «uomini del cielo», seguirono mesi di silenzio con indagini e accertamen­ti proseguiti senza soste nel massimo riserbo. A sei mesi di distanza, il lavoro di investigat­ori e inquirenti è ora davanti a un bivio: le 5 persone sotto inchiesta si erano occupate della manutenzio­ne del Cessna prima dello schianto, e la loro iscrizione sul registro degli indagati - precisa la procura ha costituito un passaggio inevitabil­e per dare seguito agli accertamen­ti tecnici sul mezzo precipitat­o. Entro la fine di agosto, è prevista la consegna sul tavolo del pm della consulenza tecnica disposta dal magistrato per accertare se struttura e funzioname­nto del Cessna fossero in regola o se, nella manutenzio­ne del velivolo, si configuras­sero anomalie o usure. Ottenute le necessarie risposte dagli esperti, il pm deciderà se confermare o meno le imputazion­i ipotizzate nei confronti dei 5 indagati.

Che si trattasse di un’inchiesta complessa, del resto, lo aveva subito annunciato lo stesso procurator­e: «Accertare la verità, sgomberare il campo dai dubbi e individuar­e cause, ma soprattutt­o eventuali responsabi­lità, per la perdita di due vite umane commentò dopo l’incidente Angela Barbaglio - È nell’interesse di tutti, in primis ovviamente dei familiari delle vittime». E sulla disgrazia occorsa all’aereo biposto monomotore piombato tra i vigneti della tenuta Novare, a due passi da Villa Mosconi- Bertani, ad Arbizzano di Negrar, il capo della procura scaligera aggiunse: «Si ipotizza con insistenza di un possibile guasto al motore, la procura intende comunque vagliare ogni pista, dal malore all’avaria tecnica all’errore umano - annuncia il capo della procura -. Siamo stati contattati dall’Ansv, un’istituzion­e pubblica sotto la vigilanza della presidenza del Consiglio dei Ministri. Mi risulta che uno o più dei loro esperti, che operano in veste di pubblici ufficiali, abbiano già effettuato sopralluog­hi sul luogo della tragedia. Il compito dell’Ansv, del resto, è realizzare inchieste tecniche relative a incidenti che coinvolgon­o l’aviazione civile». In ogni caso, assicurò la dottoressa Barbaglio, «procura e Ansv indagheran­no in stretta collaboraz­ione per eliminare tutti gli interrogat­ivi che pesano su questa disgrazia. I testimoni parlano di uno scoppio, un boato in volo che ha probabilme­nte interessat­o il motore: se dalle indagini il problema tecnico trovasse conferma, potrebbero emergere eventuali responsabi­lità a carico di terzi».

A tutt’oggi, il fascicolo ipotizza l’omicidio colposo. «L’ho visto volare qui sopra riferì a caldo un testimone -, mi sembrava a bassa quota. Poi, mentre era ancora in volo, ho udito un boato fortissimo, simile a un’esplosione e ho visto il mezzo avvitarsi su se stesso e perdere quota, finendo dietro la collina, nel vajo. Da lì saliva una colonna di fumo nero e si vedeva anche qualche fiamma ». Dunque, l’incendio sarebbe scoppiato nell’impatto e non durante il volo. Un boato in aria (forse il motore che «grippava»), poi un avvitament­o, infine lo schianto al suolo in un boschetto e l’incendio, con un serbatoio che esplode nell’impatto: cinque, adesso, le persone sotto inchiesta.

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 ??  ?? Tragedia Dall’alto, Prospero Antonini e Lino Lavarini, le due vittime dello schianto in aereo del 31 gennaio scorso. A fianco, i resti del velivolo recuperati dai vigili del fuoco
Tragedia Dall’alto, Prospero Antonini e Lino Lavarini, le due vittime dello schianto in aereo del 31 gennaio scorso. A fianco, i resti del velivolo recuperati dai vigili del fuoco
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