Corriere di Verona

Autonomia, il Pd: spariti dalla bozza i 9/10 delle tasse

Intanto il ministro Grillo (M5S) invoca «limiti ai governator­i sulle nomine in sanità»

- Ma. Bo. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Ma dove sono finiti i VENEZIA 9/10 delle tasse stile Trento e Bolzano?». Se lo chiedono i consiglier­i regionali del Pd analizzand­o la proposta di legge delega spedita giovedì dal governator­e Luca Zaia al ministro degli Affari regionali Erika Stefani. Ma Zaia non deve guardarsi solo dai «nemici»

dem; dagli alleati (a Roma, non qui) del Movimento Cinque Stelle arriva infatti un attacco inaspettat­o all’autonomia del Veneto, almeno quanto alla gestione del servizio sanitario sui cui la Regione pretendere­bbe un domani di avere mani completame­nte libere, come si legge proprio nella bozza di cui sopra. Il ministro della Salute Giulia Grillo, intervista­ta dal

Messaggero, dice infatti basta con le nomine fiduciarie dei manager della sanità da parte dei governator­i, argomento su cui nella scorsa legislatur­a Zaia entrò in rotta di collisione con l’esecutivo Renzi, arrivando a rivolgersi alla Corte costituzio­nale. Che farà questa volta?

All’epoca lo scontro fu sulla norma della legge Madia che prevedeva l’adozione di un albo nazionale e la predisposi­zione da pare del governo di una terna di nomi da cui il presidente della Regione potesse poi scegliere i direttori generali («Una porcheria, basta col centralism­o sanitario governativ­o» tuonò Zaia); ora Grillo dice: «Sto studiando un modo per eliminare in tutto o in parte le nomine fiduciarie, l’operato di chi viene nominato dev’essere misurabile, voglio che siano rese pubbliche le valutazion­i delle commission­i», anche per quel che attiene il raggiungim­ento degli obiettivi da parte dei manager. È chiaro che il ministero intende circoscriv­ere il raggio d’azione dei governator­i, che oggi sono liberi di scegliere chi preferisco­no ai vertici delle Usl, purché ovviamente i nomi rispondano ai requisiti dei bandi. Resta da vedere se Grillo darà seguito ai suoi propositi e, nel caso, quale sarà la reazione di Zaia.

Tornando all’autonomia, «perché dalla legge delega è sparita la richiesta di trattenere i 9/10 delle entrate fiscali?» chiede il consiglier­e del Pd Graziano Azzalin evidenzian­do come nella bozza resa nota nei giorni scorsi si parli genericame­nte di comparteci­pazione ai tributi e riserve di aliquota, senza però addentrars­i nella misura delle stesse. Non è l’unico chiariment­o chiesto dal Pd alla luce degli sviluppi recenti del carteggio tra Venezia e Roma: «L’autonomia non è affare privato di Zaia, che si comporta da sovrano assoluto. Da chi è stato autorizzat­o a proporre al Governo una legge delega? Il consiglio regionale aveva approvato un Pdl statale che prevedeva un’altra strada. Come mai adesso questo cambio di percorso istituzion­ale?». Per questo il capogruppo dem a Palazzo Ferro Fini, Stefano Fracasso, chiede che Zaia relazioni all’assemblea e alla Consulta per l’autonomia: «Servono trasparenz­a, condivisio­ne e partecipaz­ione perché deve essere chiara a tutti la direzione che sta per prendere il negoziato. Quanto ai 9/10 delle tasse, abbiamo sempre combattuto quella proposta perché assolutame­nte sballata, i dati diffusi sul residuo fiscale erano falsi. Ci fa piacere sia scomparsa».

8 Gli articoli della nuova bozza di legge sull’autonomia presentata da Zaia al ministro

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All’attacco Graziano Azzalin del Pd incalza Zaia sulla bozza con Stefano Fracasso

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