Caso Bonato, la Lega tratta con i «ribelli»
Proposta dei vertici ai ribelli. E c’è anche il caso Verona Domani. Stop alle nomine
Trattative in corso, finora però senza risultati concreti. Per uscire dal «combinato disposto» delle due crisi in atto (da un lato la spaccatura del gruppo consiliare leghista, dall’altro la rottura tra fedelissimi di Sboarina e il gruppo Verona Domani di Matteo Gasparato) si cercano mediazioni e accomodamenti, mentre le nomine ai vertici delle Aziende partecipate slittano a chissà quando.
Partiamo dalla Lega. Dopo l’espulsione di Mauro Bonato, dai vertici del Carroccio è arrivata una proposta ai tre consiglieri (Laura Bocchi, Stefano Simeoni e Thomas Laperna) che lo avevano scelto come capogruppo, al posto di Vito Comencini, vicinissimo al ministro Lorenzo Fontana. Preso atto che, per regolamento, un consigliere non può essere espulso dal gruppo comunale, a meno che non lo voglia lui stesso, ecco l’idea: se i 3 che l’hanno votato lo convinceranno ad aderire a qualche altro gruppo, Forza Italia o Fratelli d’Italia o Gruppo Misto, allora il posto libero di assessore non andrebbe ad Anna Grassi (che sarebbe pronta a fare un passo indietro) bensì proprio a Simeoni, cui andrebbe magari anche la delega al Commercio, oggi affidata a Francesca Toffali. Fino a ieri sera, l’orientamento dei tre sembrava però nettamente negativo e l’appoggio a Bonato veniva confermato.
Il Commissario straordinario del Carroccio veronese, il vicentino Nicola Finco, ha peraltro convocato per domani i tre consiglieri comunali (escluso Bonato), per cercare di convincerli. Ma sarà una missione difficile. Uno dei tre consiglieri filo-Bonato, intanto, ha chiesto di parlare direttamente col ministro Lorenzo Fontana, per spiegargli come la battaglia non sia contro di lui né contro il partito, ma solo contro Comencini, accusato dai tre di assenteismo in consiglio e di «eccessi di potere». Bonato, da parte sua, non parla, ma secondo alcuni suoi amici starebbe preparando il ricorso contro l’espulsione, contando sul fatto che lunedì sera, nella riunione del Direttivo veneto, un esponente trevigiano lo avrebbe difeso e un altro si sarebbe astenuto. Il comunicato ufficiale aveva spiegato peraltro che l’espulsione era stata votata all’unanimità.
Sull’altro fronte, quello delle tensioni con Verona Domani, si parla di un possibile nuovo incontro tra Sboarina e Gasparato, forse domani. Ma anche qui, finora, non tira aria d’intesa. I casaliani mantengono la «linea del Piave» della presidenza Amia per Bruno Tacchella. Presidenza che Sboarina vuole invece affidare a Matteo Gelmetti, per «purgare» i casaliani dopo alcuni atteggiamenti «divergenti» tenuti nei mesi scorsi (per esempio sul tema scottante dell’arrivo di Ikea a Verona, ma non solo). Per questa sera è convocato il consiglio comunale, ma i tre consiglieri casaliani (Zandomeneghi, Rossi e Paci) se ne andranno presto, attorno alle 19.30, per la riunione di Verona Domani nel corso della quale Gasparato cederà la presidenza dell’associazione al vicepresidente vicario del consiglio comunale, Paolo Rossi.
Alla riunione sono stati invitati esponenti di altri partiti, dal Pd alla Lega (in particolare il leghista Vito Comencini, con cui Gasparato ha sempre mantenuto buoni rapporti) con un’unica eccezione: nessun invitato del gruppo Battiti, che fa capo al sindaco Sboarina.