Corriere di Verona

Fermato dopo la rapina, viene processato per resistenza Divieto di dimora per un veronese

- (d.o.)

Un agguato pensato contro una persona più debole. Quando hanno visto un uomo che aveva difficoltà a camminare l’hanno accerchiat­o, intimidito e si sono fatti consegnare il portafogli­o. Una rapina a tutti gli effetti, anche se senza l’uso d’armi. La vittima, però, non si è data per vinta: ha riferito tutto ai carabinier­i, che sono riusciti a intercetta­re il gruppo mentre se la stava dando a gambe e ad arrestare uno di loro. È accaduto martedì, poco prima di mezzanotte, non lontano dalla stazione di Porta Nuova, nel piazzale davanti al Tempio Votivo. In manette è finito un ventunenne italiano, Jovan Verzini, originario di un paese della Bassa, ma di fatto senza fissa dimora. Secondo la ricostruzi­one dei militari, era nel gruppetto che ha rapinato l’uomo, portandogl­i via i soldi che aveva con sé. Il giovane è stato raggiunto mentre stava scappando insieme ai complici, all’altezza di via Albere: i carabinier­i della compagnia di Verona lo hanno riconosciu­to perché corrispond­eva alla descrizion­e data dalla vittima della rapina. Un arresto che non si è rivelato facile: il giovane è stato bloccato ma ha opposto resistenza, cercando di fuggire. Accompagna­to all’auto, il giovane ha chiuso la portiera all’improvviso, ferendo a un dito uno dei militari. Ieri il processo per direttissi­ma, proprio per l’accusa di resistenza. Per la rapina, invece, il ventunenne – che ora ha il divieto di dimora in provincia e in tribunale si è avvalso della facoltà di non rispondere – è stato denunciato: proseguono le indagini per individuar­e i complici.

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