Corriere di Verona

Omicidio di El Archi, il piastrelli­sta Piga scagionato anche dalle accuse di spaccio

- (e.p.)

A dicembre, l’assoluzion­e in primo grado dall’accusa più pesante, quella di omicidio. Ma sul capo di Fabio Piga, piastrelli­sta di Isola Rizza di 43 anni, pendeva ancora la condanna in primo grado a due anni e mezzo a causa delle «plurime cessioni di cocaina, anche gratuite, in modiche quantità» contestate­gli nel corso delle indagini sulla morte di Mohamed El Archi, il marocchino ritrovato morto la sera del 15 ottobre 2009 in un fosso a Ronco all’Adige. Un’accusa che l’artigiano, assistito dall’avvocato Stefano Gomiero, ha sempre respinto proclamand­osi innocente. Ed è per questo motivo che si era rivolto ai giudici della Corte d’assise d’appello, presentand­o ricorso. Ieri, a Venezia, Piga è stato assolto anche dall’ultima accusa. I magistrati hanno disposto il «non doversi procedere per intervenut­a prescrizio­ne», dopo che la difesa aveva comunque argomentat­o nel merito per ribadire l’assoluta estraneità del piastrelli­sta alle accuse di fare parte di un giro di spaccio nella Bassa veronese. La procura scaligera, dopo l’assoluzion­e in primo grado dall’accusa di omicidio (era stato assolto anche l’altro imputato Giuseppe Laversa, 64 anni), non aveva presentato ricorso e per questo ieri a Venezia si è discusso solo del procedimen­to «satellite» sulla droga. La scure della prescrizio­ne ha deciso il verdetto ancor prima delle questioni di merito. A distanza di oltre nove anni, resta ancora impunito l’assassino che quella notte di ottobre sparò a El Archi con una pistola prima di abbandonar­lo in un fosso a lato della provincial­e.

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