Investimenti pubblici, il crollo preoccupa la Regione
Documento di finanza: l’economia regge, ma settore pubblico senza fondi
La Regione scommette ancora sul turismo. Ma a preoccupare è il crollo del 30% degli investimenti pubblici. La fotografia del quadro economico, e delle possibili scelte di politica economica della Regione, l’ha fatta ieri l’assessore al Bilancio della giunta Zaia, Gianluca Forcolin, illustrando alla commissione Bilancio del consiglio regionale il Documento di economia e finanza regionale 2019-’21, che sulla base di un sistema economico proietta un intervento pubblico sempre più ridotto al lumicino, oltre la sanità, con una coperta sempre più accorciata dai tagli.
Il quadro d’insieme è quello di una politica che guarda ad una regione fuori dalla crisi, con una crescita del Prodotto interno lordo regionale dell’1,7% nel 2018, terza regione dietro a Lombardia e Lazio, con il 9,2% degli 1,7 miliardi di euro di ricchezza nazionali prodotti, al di sopra della media nazionale dell’1,5% e del dato 2017, quando la crescita era stata dell’1,6%. Frutto «di una buona performance dell’industria veneta - sostiene il Documento -, che rimane competitiva e registra un aumento del valore aggiunto del 2%, ad una buona crescita dei servizi +1,6%, e alla ripresa del settore edilizio +1,4%». Dato riflesso nel valore degli investimenti fissi lordi, saliti del 3,9% nel 2017, livello di crescita che si stima di poter confermare anche quest’anno.
E poi c’è il dato dell’export, orgoglio veneto di record in record, che ha raggiunto lo scorso anno i 61,3 miliardi di euro sui 448 totali italiani, in crescita del 5,1%. Passo in avanti che si stima di poter ripetere anche quest’anno, chissà se scontando in maniera forse troppo ottimistica l’effetto dazi innescato dalla presidenza Usa di Donald Trump. Pur se l’Europa e il suo mercato comune su questo fronte si dimostra un’àncora di salvezza insperata, visto che, come sostiene il Documento regionale, «le esportazioni venete crescono principalmente grazie ai tradizionali mercati europei e nordamericani». Nel 2017 pesano in particolare il +5,7% verso la Francia e il +3,1% della Germania, che resta il principale partner commerciale. A livello settoriale pesa il +13% delle vendite di macchinari e il ritorno del comparto orafo, che torna a crescere del 15% dopo anni di appannamento. Segnali che trainano anche l’occupazione, in crescita del 2%, e la disoccupazione che scende al 6,3% dal 6.8%.
Ma il settore economico su cui la Regione mostra di scommettere, anche di fronte ad una maggiore capacità di incidere direttamente, è il turismo, dove non si manca di registrare il record storico dei 19,2 milioni di arrivi nel 2017 (+7,4% sul 2016) e i 69,2 milioni di presenze, +5,8%. Turismo che deve puntare, secondo la presentazione del Documento del presidente della Regione, Luca Zaia, su proposte slow e green, e sugli sviluppi del turismo emozionale, dalle case sugli alberi agli alloggi nelle botti «che sempre più interesse e mercato stano conquistando in italia e all’estero».
È in questo quadro che insiste però un quadro di finanza pubblica regionale con risorse sempre più esigue per intervenire al di fuori della sanità, tra tagli e impegni sul patto di stabilità, che per il Veneto configurano un contributo stimato per i saldi di finanza pubblica per 839 milioni, che riduce le entrate tributarie libere da 1.225 milioni a 1.163 milioni, sui 15,5 miliardi a disposizione della Regione. In questo quadro la Regione, con l’assestamento di bilancio punta a liberare risorse in più per 20 milioni di euro.
Uno dei risultati, ha sostenuto Forcolin «è il costante e preoccupante calo degli investimenti pubblici, la cui quota oggi è pari al 70% del livello del 2009». Dato nazionale declinato di recente su base veneta dal Rapporto dei costruttori Ance: tra 2008 e 2017 la sesa corrente dei Comuni veneti è calata del 3% mentre quella in conto capitale del 47%, e del 21% solo nel 2017 e di un altro 8% nel primo trimestre 2018; e questo, sottolineavano i costruttori, nonostante che l’ultima Legge di bilancio nazionale abbia assegnato spazi finanziari per 900 milioni di euro da destinare ad opere pubbliche.