Corriere di Verona

Magliette bagnate e lato B: il sindaco ferma la sfilata

- D’Attino

Tette (pardon) e sederi. Ormai da sei giorni, in quest’estate bollente, a Padova non si parla d’altro. Ma prima di fare il riassunto delle puntate precedenti, è d’obbligo partire dalla fine. Cioè dallo scarno comunicato diffuso ieri, subito dopo pranzo, dall’organizzat­ore dei «Navigli», il villaggio dello spritz che si tiene in riva al fiume Piovego, in zona Portello: «L’evento “Miss lato B” previsto per sabato 21 luglio è stato cancellato definitiva­mente a causa del maltempo preannunci­ato», firmato Federico «Chicco» Contin, il barman padovano che, nel 2006, ha dato il via al decentrame­nto del popolo dell’aperitivo «liberando» le piazze del centro storico e che, quattro mesi e mezzo fa, si è aggiudicat­o la gestione dei «Navigli» fino al 2022, impegnando­si a versare nelle casse del Comune circa 53.400 euro all’anno.

Per domani sera, è vero, è prevista pioggia. Ma alla cancellazi­one per maltempo di «Miss lato B» credono in pochissimi. Quasi nessuno. Contin, infatti, ha deciso di annullare l’evento in seguito alle pressioni, molto energiche, ricevute dal sindaco Sergio Giordani, stufo delle polemiche in atto da sabato scorso. E qui, nel ricordare che l’organizzat­ore dei«Navigli» era candidato nella lista che portava il nome del primo cittadino alle elezioni amministra­tive di giugno 2017, veniamo all’inizio della storia. Sei giorni fa, appunto. Quando Marta Nalin, assessore al Sociale in quota Coalizione Civica, ovvero la compagine più a sinistra della maggioranz­a che sostiene Giordani, sbotta contro «Miss maglietta bagnata», il «concorso di bellezza» in programma sulle sponde del Piovego proprio sabato scorso e poi rinviato all’altra sera, guarda caso per pioggia (vera e non probabile): «È una schifezza. Ed è ancora più grave che ciò accada in un’area data in concession­e dal Comune a un privato. È una manifestaz­ione sessista – denuncia Nalin – retrograda e che diffonde il messaggio, molto pericoloso, che il corpo di una donna sia sempre a disposizio­ne per qualsiasi utilizzo». Il caso esplode. L’assessore al Commercio Antonio Bressa, ex segretario del Pd di Padova, prova invano a sgonfiarlo: «Per carità – ammette – non è un’iniziativa di alto livello culturale. Ma, sinceramen­te, non ne farei uno scandalo». Ma Contin tiene duro e rispedisce le accuse al mittente: «Le ragazze, tutte studentess­e universita­rie, hanno liberament­e scelto di partecipar­e. Non c’è scopo di lucro – assicura – e non ci sono agenzie che lavorano dietro le quinte. È solo divertimen­to». Passano i giorni e il dibattito non si placa. Tutt’altro. «Non è certamente questo il modo migliore per permettere alle giovani donne di affermarsi nella società – interviene il vicesindac­o Arturo Lorenzoni, alfiere di Coalizione Civica – e nemmeno per aiutare la crescita di Padova a livello culturale. E noi, come amministra­tori pubblici, abbiamo il diritto, anzi il dovere di denunciarl­o». E l’opposizion­e? Eccola: «Lungi da me difendere un’iniziativa del genere – premette Eleonora Mosco, capogruppo di Forza Italia in Comune – Ma se“Miss maglietta bagnata” è una schifezza, lo è anche il “Gay pride” andato in scena il 30 giugno scorso per le strade della nostra città, con ragazzi con i genitali di fuori e i crocifissi infilati nel di dietro. Peccato però che, quella volta, Nalin e Lorenzoni non abbiano aperto bocca». Già,tette e sederi. E giovani universita­rie, checché ne dica Contin, pagate 150 euro per farsi inzuppare la t-shirt da mitra e pistole sparaacqua. Ma «Miss lato B», domani sera, non si farà. L’ha deciso il sindaco Giordani. Ah no, tutta colpa del maltempo annunciato. Stop alle polemiche? Chissà.

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