Corriere di Verona

Guerra delle nomine il summit per provare a sbloccare l’impasse

- Lillo Aldegheri

Show ieri sera in aula a palazzo Barbieri di Mauro Bonato, consiglier­e comunale cacciato dalla Lega («Io, tra i fondatori, espulso da chi allora non sapeva nemmeno cosa fosse»). E intanto la guerra delle nomine non si sblocca: ieri sera un’assemblea di Verona Domani, il movimento critico nei confronti di Sboarina. Oggi l’incontro tra sindaco e Gasparato, per superare l’impasse.

Il colpo di scena lo regala Mauro Bonato, capogruppo della Lega a Palazzo Barbieri, ma espulso lunedì scorso dal suo stesso partito. In pieno consiglio comunale Bonato, circondato dai e consiglier­i che stanno dalla sua parte, spiega un foglietto e legge: «La vera ragione di quanto accaduto risale al direttivo provincial­e (molti mesi addietro, ndr) quando fu discussa la mia nomina a militante: ero sostenitor­e ma non potevo diventare militante!!! Io che fui tra i fondatori della Lega a Verona, io che fui vicesegret­ario nazionale, io che fui segretario provincial­e e primo sindaco della Lega (a Boscochies­anuova, ndr): tutte cose accadute trent’anni fa, quando chi adesso mi vuole espellere non sapeva neppure il significat­o della parola Lega!»

In aula non si sente volare una mosca, e Bonato prosegue: «La mia è una testimonia­nza per la democrazia interna, e fino a che 4 consiglier­i mi sosterrann­o andrò avanti. Io sono nel gruppo Lega Nord, non intendo uscirne, nessuno mi può cacciare e ogni giorno parlerò come Mauro Bonato, leghista, con l’unico faro del mio capitano, Matteo Salvini. Nessuno mi tiri più la giacchetta, come avvenuto in questi giorni. Il gruppo di cui sono portavoce – conclude – sostiene lealmente il sindaco Sboarina, i giochi di bottega li fanno altri (l’allusione è al gruppo Verona Domani, ndr) ma invito il sindaco a non curarsene, perché noi saremo sempre al suo fianco».

Bonato ha finito. Si siede. I suoi tre seguaci (Bocchi, Simioni e Laperna) lo applaudono convinti. Anna Grassi, leghista, esce dall’aula con un espression­e furibonda in volto. Vito Comencini, il grande nemico di Bonato, non c’è. Il resto, a domani. Perché per il resto, quella di ieri è stata una giornata d’attesa, aspettando due vertici fissati per oggi: quello tra il sindaco Federico Sboarina e il leader di Verona Domani, Matteo Gasparato, e quello del Commissari­o leghista, Nicola Finco, con 6 consiglier­i comunali (tutti, tranne proprio Bonato). Le due crisi politiche parallele potrebbero quindi avere oggi una svolta, mentre ieri sera, l’attesa assemblea di Verona Domani ha portato alla presidenza dell’associazio­ne Paolo Rossi ma ha visto Gasparato usare toni polemici contro il sindaco, lasciando però anche spiragli ad una ulteriore trattativa (ma la presidenza dell’Amia a Bruno Tacchella rimane la linea del Piave per i casaliani).

Nel consiglio comunale che si era svolto poco prima, tutti gentili, tutti sorridenti, casaliani ai loro posti fino alle 19.45, quando sono usciti, decretando così la fine della seduta per mancanza del numero legale. Le nomine intanto slittano alla prossima settimana (anche se c’è chi parla addirittur­a di settembre). E due «nominandi» fanno dell’ironia sul tema. Alberto Padovani (candidato vicepresid­ente di Amia) e Alessandro Montagna (candidato presidente di Megareti) scherzano sulle correnti interne, fingendo di confonderl­e con le correnti marine, ma poi invitano a smetterla con le esitazioni, spiegando che «le scelte non devono far paura».

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Politica in fibrillazi­one Da sinistra, Mauro Bonato, espulso dalla Lega, e Matteo Gasparato di Verona Domani
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