Trasporto locale, Finanza in Provincia
Acquisiti su mandato della procura documenti e file sulla famosa «gara spezzatino»
Deve ancora essere indetta, ma la gara per la gestione del Tpl (trasporto pubblico locale) di Verona si ritrova già nel mirino della procura. Tanto che ieri mattina, proprio su delega della magistratura scaligera, i militari delle Fiamme gialle si sono presentati di buon’ora negli uffici della Provincia per prelevare file e documenti sulla questione. Tl tutto, dopo mesi di infuocate polemiche e accuse sullo sdoppiamento in città e provincia di un lotto che era sempre stato unico.
Deve ancora essere indetta, ma la gara per la gestione del Tpl (trasporto pubblico locale) di Verona si ritrova già nel mirino della procura. Tanto che ieri mattina, proprio su delega della magistratura scaligera, i militari delle Fiamme gialle si sono presentati di buon’ora negli uffici della Provincia per prelevare file e documenti sulla questione.
Dopo mesi di infuocate polemiche e accuse sullo sdoppiamento (per città e provincia) di un lotto che finora era sempre stato unico, il caso finisce dunque per la seconda volta sul tavolo dei giudici. Ad aver già investito della faccenda i magistrati amministrativi ci aveva pensato Atv, presentando un ricorso al Tar su cui «stiamo ancora attendendo spiegava ieri il direttore generale Stefano Zaninelli - la decisione dei giudici». Adesso, però, oltre al Tar di Venezia a occuparsi del bando per l’affidamento del Tpl è anche la procura di Verona. E Con l’acquisizione degli «atti nel merito» effettuata ieri ai Palazzi Scaligeri, prenderà ora il via l’analisi delle procedure fin qui attuate dalla Provincia. Si tratterà di un lavoro che è prevedibile possa protrarsi a lungo.
Del resto, la vicenda del bando per il Tpl di Verona si trascina ormai da mesi e mesi. Attualmente, Atv gestisce sia gli autobus che circolano in città, sia quelli che viaggiano in tutta la nostra provincia. Come tutti i servizi pubblici, adesso anche il trasporto deve essere messo in gara, perché vinca il miglior offerente. Si pensava che il bando di gara confermasse il «lotto unico», ossia che affidasse al vincitore sia la città che la provincia. Su questo tema erano d’accordo tutti i sindacati e tutti i partiti politici. I tecnici della Provincia hanno però sollevato una questione di impossibilità legale e quindi,a loro giudizio, il prossimo bando deve prevedere almeno due lotti diversi: il trasporto pubblico nel Comune di Verona (più il tratto da e per l’aeroporto Catullo) ed il trasporto nel resto della provincia. Ci sono stati scontri, baruffe, minacce di scioperi. E il bando di gara ha rallentato la marcia (anche perché si aspettava di sapere la data in cui entrerà in funzione il filobus, che rientra ovviamente nel bando di gara e che adesso è previsto partire nel febbraio 2022). Nel giugno scorso, dopo una nuova minaccia di sciopero, il consigliere provinciale con delega ai Trasporti, Matteo Pressi, aveva annunciato un nuovo approfondimento sul tema, facendo capire che tornava d’attualità l’ipotesi di emanare un bando a lotto unico, per far gestire tutti i bus veronesi da un’unica azienda, in città come in provincia. Ma adesso, ecco la svolta giudiziaria.
Dal canto suo, i Palazzi Scaligeri possono contare sul parere dell’Autorità di regolazione dei Trasporti, appositamente «interrogata» nei mesi scorsi dal consiglio provinciale per uscire dall’impasse. Con la sua risposta, l’Authority aveva confermato l’obbligatorietà dei due lotti di gara: l’istruttoria condotta dalla Provincia «ha riguardato opportunamente sia le caratteristiche della domanda di spostamenti, sia le caratteristiche di offerta del territorio» e secondo l’organismo di controllo, tali analisi portano a suddividere il bacino di mobilità in due lotti, uno per il servizio urbano e suburbano (più il collegamento tra la città e l’aeroporto Catullo) e un altro per il servizio extraurbano. «Il bando per la scelta del concessionario del trasporto pubblico locale veronese – concludeva l’Authority - che prevede l’articolazione in due diversi lotti non richiede di essere modificato». Il presidente della Provincia, Antonio Pastorello commentò che «ora si è fatto chiarezza, perché un conto sono le nostre attese (anche noi avremmo preferito il lotto unico), altro conto i limiti che la legge ci impone di rispettare». Contro la suddivisione in due lotti si erano invece espressi in blocco sindacati e l consiglio comunale. E ora è tutto in mano ai giudici.