Gabbani a tutto live «Cerco la semplicità di Battisti e Mogol»
Aspettando il nuovo disco, il re di Sanremo ‘17 offre giovedì i brani di «Magellano» «Quest’album è ancora in viaggio». E intanto confida: «Potessi rubare una sola canzone? Mi rivolgerei a Battisti e Mogol. Il primo amore musicale? Robben Ford»
Tra album e singoli, il suo «Magellano» s’è preso otto dischi di platino. Francesco Gabbani, dopo la vittoria a Sanremo 2017 con «Occidentali’s karma» e un anno intensissimo di live, ha deciso di portare dal vivo proprio «Magellano» - forse per un’ultima volta in vista del nuovo album - in un tour che, giovedì, farà tappa al Castello Scaligero di Villafranca (ore 21.30, info www.eventiverona.it). Questo sarà l’ultimo viaggio live del suo «Magellano»?
«È un proseguimento naturale del percorso di questo disco. La verità è che “Magellano” è ancora in viaggio».
Che concerto sarà?
«Faccio concerti con al centro musica e canzoni, non sono per gli effetti speciali. Abbiamo cercato di shakerare la scaletta, reinterpreto qualche brano con arrangiamenti diversi, ma per il resto il concerto, per una naturalezza di intenti, sarà simile a quello dello scorso anno».
Il rapporto con «Occidentali’s karma»: non ne può più o non vede l’ora di cantarla?
«È una canzone che mi ha dato tantissimo, ha fatto svoltare il mio percorso. Mi fa molto piacere suonarla per le grandi soddisfazioni che mi ha regalato».
Quale è il complimento più bello che le hanno fatto e da chi è arrivato?
«Non so se sia esattamente un complimento, visto che al contempo mi dà soddisfazione e mi rammarica, ma molte persone rimangono stupite del fatto che dal vivo si tocchi un percorso alle spalle di Sanremo, che faccia musica oltre alla “scimmia”».
Prima di questi concerti ha staccato la spina, dove ha passato il suo «buen ritiro»?
«Subito dopo il concerto di gennaio a Firenze mi sono
concesso un mesetto di montagna, Dolomiti, zona del Gruppo del Sella, con i suoi quattro passi tra Veneto, Alto Adige e Trentino. Poi ho ripreso col disco nuovo».
A che punto è?
«Mi sono ripromesso di pensarci con molta tranquillità. Zero ansia da prestazione. Tanti colleghi cercano di sfruttare l’onda e anche io avrei potuto far uscire un singolo estivo scritto a tavolino. Ma ho preferito di no. Il prossimo disco uscirà solo quando ne sarò soddisfatto».
Ha seguito Sanremo 2018?
«Sì. Sono rimasto tendenzialmente contento… probabilmente più che della conduzione che del resto… mi è piaciuto molto Savino».
È presto per tornare all’Ariston?
«Sanremo è un luogo felice, per me. È come quando fai una vacanza bellissima e pensi che ci torneresti volentieri… ma non sai quando».
Se non fosse funzionato il «piano A» del cantautore, oggi che mestiere farebbe?
«Idealmente mi sarebbe piaciuto il maestro di sci».
Il primo disco comprato nella sua vita?
«Un disco di Robben Ford, “Talk to your daughter”. Anche se non si direbbe, vengo da quel tipo di musica, quando da ragazzino studiavo la chitarra ero molto appassionato di rock-blues».
Potesse scegliere di «rubare» una sola canzone?
«“Il mio canto libero” di Battisti e Mogol. La trovo una canzone molto toccante nella sua semplicità. Una di quelle che vengono una volta nella vita. Nella musica si tende sempre a complicare, ma le cose efficaci sono le più semplici».