Corriere di Verona

La gioia dei due papà gay «Ma quante polemiche»

Comune obbligato dai giudici a riconoscer­li: «Polemiche inutili»

- di Laura Tedesco

«In questo momento desideriam­o soltanto proteggere la nostra famiglia e il nostro bambino. Sono le nostre uniche priorità». Al telefonino, risponde cordiale ma al tempo stesso con fermezza il signor Fabio (di cui ometteremo ulteriori dettagli identifica­tivi per preservare la privacy del minore coinvolto, ndr): lui è uno dei papà del bimbo il cui atto di nascita - hanno appena ordinato i giudici della Corte d’appello di Venezia dovrà essere trascritto all’anagrafe del Comune di Verona.

All’inizio del 2018, Palazzo Barbieri aveva negato la registrazi­one ai due padri, che però non si sono arresi e si sono affidati all’avvocato trentino Alexander Schuster per vincere quella che lo stesso Fabio definisce «una delle tante battaglie che abbiamo dovuto combattere». Il piccolo, mentre uno dei suoi due papà parla gentile al cellulare, sta ridendo e giocando vicino a lui: è nato tre anni fa grazie a un utero in affitto, in Canada, dove la legge sulla maternità surrogata riconosce la doppia paternità, poi però non riconosciu­ta dal Comune scaligero fino alla sentenza della Corte d’appello di Venezia. «Il paradosso - spiega Fabio - era che nostro figlio appena varcava la frontiera perdeva legalmente uno dei suoi due genitori». Dopo la decisione dei magistrati non sarà più così: «Siamo contenti, certo. I giudici Due papà per un bimbo Comune obbligato a riconoscer­e i due padri hanno sancito nero su bianco principi sacrosanti che vanno a tutelare innanzitut­to il nostro bambino. La nostra speranza è che questa sentenza possa infondere coraggio ad altre famiglie nella stessa situazione. Non chiedeteci però di rilasciare interviste o di addentrarc­i oltre, in questo momento vogliamo soltanto proteggere la serenità e la felicità del nostro bimbo». Non fa espliciti riferiment­i, il signor Fabio, ma non nasconde che le polemiche innescate in questi giorni dall’ordinanza dei giudici hanno in parte appannato la loro gioia: «Per la tutela della nostra famiglia e soprattutt­o del nostro piccolo - dice - non ce la sentiamo in questo momento di rilasciare interviste che potrebbero alimentare la polemica che alcune forze politiche vorrebbero strumental­izzare». E conclude: «Ringraziam­o per l’opportunit­à offerta, ma preferirem­mo che il dibattito riguardass­e le ragioni giuridiche per cui i giudici hanno accolto il nostro ricorso». Parole che meritano rispetto, quelle di papà Fabio, e che arrivano dopo che il sindaco Federico Sboarina, strenuo difensore della cosiddet- ta «famiglia naturale», ha già annunciato di aver «dato mandato agli uffici tecnici per valutare la possibilit­à di impugnare la sentenza». Sulla stessa linea anche il ministro leghista (e veronese) per la Famiglia Lorenzo Fontana: «Penso che la necessità per un bambino di avere una madre e un padre sia un presuppost­o fondamenta­le e irrinuncia­bile. Sarà mia intenzione combattere la pratica dell’utero in affitto in tutte le sedi opportune, ritenendo la cosa - sia per i bambini sia per la donna - gravemente lesiva della dignità umana».

Per l’avvocato Schuster invece la sentenza di Venezia è «un’altra ulteriore testimonia­nza di una sensibilit­à diffusa, di un percorso di tutela dei minori e di nuove forma di famiglia che si va affermando in tutta Italia», mentre ieri è intervenut­o anche Alessandro Gennari, consiglier­e comunale grillino: «Se il sindaco di Verona vuole impugnare la decisione del tribunale di Venezia in merito alla questione dei due padri , lo faccia, ma non a spese dell’avvocatura civica, bensì a spese sue. Questa sentenza non ha creato alcun danno al Comune».

«Principio sacrosanto» Grazie a questa sentenza il nostro bambino non perderà più un genitore varcando la frontiera

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(foto d’archivio)
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