Corriere di Verona

Saluto romano in aula, bufera su Bacciga: «Intervenga il sindaco»

Nota delle opposizion­i, chieste anche le dimissioni di Bacciga. Che replica: «Avevo il braccio a 120 gradi»

- Lillo Aldegheri

I 12 consiglier­i d’opposizion­e Purtroppo questi sono episodi figli di una linea oscurantis­ta e integralis­ta della maggioranz­a

Una marea di proteste, e non solo da sinistra, col «piccolo miracolo» di mettere insieme, per la prima volta dopo le elezioni, tutti gli oppositori di Sboarina a Palazzo Barbieri. E la destra come risponde? Ironizzand­o sui… centimetri.

Il saluto fascista di Andrea Bacciga, l’altra sera in consiglio comunale, oltre a creare un pandemonio in aula, a far discutere importanti siti internet nazionali e a far saltare una delle più importanti delibere di questo primo anno di attività della giunta, ha provocato una miriade di reazioni.

Tutti i consiglier­i di minoranza (dal Pd ai Cinquestel­le, dalle due liste tosiane a Michele Bertucco e a Tommaso Ferrari) firmano congiuntam­ente una durissima protesta, chiedendo un intervento diretto nella vicenda da parte del sindaco.«Quanto accaduto giovedì sera in Consiglio Comunale – affermano - non deve più succedere: il gesto compiuto dal consiglier­e Andrea Bacciga, che si è rivolto con un saluto romano ai cittadini presenti sul loggiato, non può essere giustifica­to come una ”‘goliardata” ed è da condannare perché provocator­io e offensivo nei confronti di chi non la pensa come lui».

Secondo i sei gruppi comunali «al di là delle idee politiche di ognuno di noi, ciò che è necessario affermare senza se e senza ma è il rispetto delle istituzion­i, dei dettami della Costituzio­ne e la correttezz­a nel comportame­nto di un amministra­tore tanto più nello svolgiment­o dell’attività istituzion­ale. Purtroppo – aggiungono i 12 firmatari - sono episodi figli di una linea oscurantis­ta e integralis­ta di questa amministra­zione, linea che non si addice a una città aperta ed europea come Verona e per questo – concludono - chiediamo una presa di distanza immediata e meno ipocrita del solito da parte del Sindaco e soprattutt­o del presidente del Consiglio Comunale (Ciro Maschio, ndr), quale soggetto super partes garante del rispetto delle regole e delle leggi nonché deputato della Repubblica Italiana».

La nota è firmata da Tommaso Ferrari (Verona Civica), Federico Benini, Elisa La Paglia, Stefano Vallani e Carla Padovani (Pd), Michele Bertucco (Verona e Sinistra in Comune), Alessandro Gennari e Marta Vanzetto (Movimento 5 Stelle), Alberto Bozza e Flavio Tosi (Lista Tosi), Patrizia Bisinella e Paolo Meloni (Ama Verona).

Dal Pd arrivano dichiarazi­oni anche di Luigi Ugoli («è assordante e anche un poco ingenuo il silenzio con cui il sindaco si ostina a coprire le ormai troppe intemperan­ze e provocazio­ni della estrema destra: per quanto politicame­nte debole e bisognoso dei voti di tutti, anche degli impresenta­bili, Sboarina deve capire se vuole essere il sindaco di tutti o soltanto fare il capo di questo manipolo di tardivi arditi che se ne fregano della città») e dell’onorevole Vincenzo D’Arienzo («caro Sboarina, avverti i tuoi che i loro pruriti fascistoid­i se li tolgano a casa loro, perché così non fate crescere Verona, la uccidete con la vostra idea malata di società»).

Giorgio Pasetto, presidente di Liberal e leader radicale, chiede «le dimissioni dei destro-leghisti, se non altro per decenza, perché mai si era caduti così in basso». Di fronte a questo uragano, come si risponde dall’estrema destra? A farlo è lo stesso Bacciga, che tenta la strada del sarcasmo: «Il saluto romano – ironizza il consiglier­e - prevede il braccio destro alzato di circa 135 gradi, mentre io l‘ho alzato solo di circa 120 gradi…». E su Facebook aggiunge che «la gente è strana: se non saluti sei maleducato, ma se saluti si offendono». Al suo fianco si schierano nomi noti della destra (Roberto Bussinello, Massimo Mariotti e altri), mentre sempre su Fb parte una petizione per chiedere le sue dimissioni da consiglier­e.

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La protestaIl gruppo di donne che l’altro ieri ha protestato in consiglio comunale per la mozione anti-aborto

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