Certificato medico e Campedelli salta l’audizione
Procura Figc, ieri il presidente Campedelli ha inviato un certificato medico
Nel primo processo sportivo aveva chiesto di essere ascoltato ma la procura Figc — scavando la fossa al proprio deferimento — non aveva tenuto conto di quella richiesta incappando così nell’«improcedibilità». Adesso è stato lui a saltare l’audizione inviando a Roma un certificato medico. L’episodio di ieri, protagonista il presidente del Chievo, Luca Campedelli, può anche lasciar pensare a schermaglie con quella procura federale che lo accusa di «plusvalenze fittizie» ma quel ch’è certo è l’effetto dell’episodio sul processo sportivo-bis: il differimento dell’audizione, con la procura Figc chiamata a fissare una nuova data. E sulle date ci vive, il processo sportivo numero due al Chievo. Nel senso che, nascendo da un rinvio degli atti da parte del tribunale federale alla procura Figc, il tempo affinché si arrivi a giudizio definitivo è di 90 giorni a partire dal primo deferimento: il primo deferimento risale al 25 giugno e quindi il calcolo porta a domenica 23 settembre. Entro quel giorno dovranno essere esauriti i tre gradi di giudizio, ossia tribunale federale, corte d’appello federale (cui si può fare reclamo entro sette giorni dalla pubblicazione della prima sentenza) e Collegio di garanzia Coni, altrimenti tutto finirà nel nulla.
La procura Figc aveva dunque fissato per ieri l’audizione del presidente del Chievo. Ma al posto di Campedelli è arrivato un certificato medico che ne giustificava l’assenza. Qualora Campedelli si fosse presentato, il Chievo avrebbe riproposto la perizia tecnica del professor Angelo Provasoli, in cui si contestano alla procura «errori nei conteggi con sovrastima degli effetti finanziari», circa le 30 plusvalenze in oggetto, «per 23.8 milioni».
Il processo sportivo-bis approderà comunque a un nuovo deferimento, quindi di fronte al tribunale federale. E lì il tribunale stesso avrebbe già una linea tracciata dall’accoglimento delle richieste della procura Figc nei confronti del Cesena, club con cui il Chievo aveva imbastito le operazioni di compravendita finite sotto la lente. Nell’accogliere quelle richieste, da cui il -15 sulla prossima stagione sportiva, il tribunale federale è stato chiaro, contestando al club romagnolo di aver «posto in essere una sistematica, non già episodica, operazione di mercato legata al valore attribuito intuitu personae al particolare ipotetico talento riscontrabile in uno o più giocatori, volta inevitabilmente a sopravvalutare i dati di bilancio mediante, appunto, il sistema delle “plusvalenze”». In teoria, in tribunale ci si doveva approdare tra venerdì e martedì prossimo. Ora, con una nuova audizione da fissare, i tempi si allungheranno.