Corriere di Verona

Tav, primi sì ai cantieri M5S: «Dura fermarla»

- di Alessio Corazza

Nonostante il ministro Toninelli ( foto) abbia affidato il futuro della Tav - anche quella veneta tra Brescia e Verona - all’analisi dei costi benefici dei suoi super consulenti, anche dal Movimento Cinque Stelle riconoscon­o che sarà dura fermare un’opera con il contratto già firmato. Per altro, i cantieri stanno iniziando: le imprese hanno ottenuto i primi permessi.

Presentand­o le sue linee guida al Senato, il ministro alle Infrastrut­ture Danilo Toninelli ha spiegato che la sorte della Tav è appesa alle analisi «costi-benefici» affidate al suo pool di consulenti e di non escludere nessuna alternativ­a, compresa «l’annullamen­to dell’opera». Ma i primi a riconoscer­e che, almeno per la tratta Brescia-Verona, la marcia indietro è complicati­ssima sono gli stessi più fidati scudieri del ministro. «Noi continuiam­o a tenere il punto - premette Francesca Businarolo, deputata del Movimento Cinque Stelle, veronese e dichiarata­mente antiTav - ma c’è il vulnus di quel contratto firmato nottetempo, tra una partecipat­a del ministero e il pool d’imprese. La strada per tornare indietro è, oggettivam­ente, tutta in salita».

Il riferiment­o è, ovviamente, alla firma il 6 giugno scorso del contratto da 1,6 miliardi tra Rfi e Consorzio Cepav 2 per il primo lotto costruttiv­o della Brescia-Verona. «Paradossal­mente, può essere più facile fermare la Torino-Lione, perché non è finanziata e non c’è un contratto in essere», sospira Businarolo, che non nasconde come il problema sia anche politico all’interno della maggioranz­a di governo: «A differenza che in Piemonte, la Lega in Veneto è tutta favorevole alla Tav». Da Matteo Salvini a Luca Zaia, in effetti, lo stato maggiore del Carroccio è stato perentorio: la Tav veneta s’ha da fare. «Noi, come parlamenta­ri del territorio, stiamo comunque lavorando per portare una soluzione fattibile al Ministero. - continua la deputata grillina - E, come ipotesi di minima, chiediamo il rispetto pedissequo delle 309 prescrizio­ni della Corte dei Conti al progetto».

Il fronte più critico alla Tav sta ripiegando, quindi, su un piano B, nel caso si rivelasse impossibil­e (o troppo costoso) stracciare il contratto in essere. Dario Balotta, presidente dell’Onlit (Osservator­io Nazionale Liberalizz­azioni Infrastrut­ture e Trasporti) riconosce che «un’analisi costibenef­ici in questa fase, con un contratto già in essere, ormai non ha più alcun senso». L’unica strada, a suo parere, è sedersi al tavolo con le imprese appaltatri­ci e ottenerne il consenso per una revisione del progetto, che punti ad abbandonar­e quello attuale in favore di un raddoppio della linea storica come fatto nel tratto tra Mestre e Padova e, più recentemen­te, tra Milano e Treviglio. Dal Ministero, al momento, non risulta alcun atto ufficiale sulla Tav veneta. Le imprese del Consorzio Cepav 2 confermano di non aver ricevuto nessuna comunicazi­one che intimi loro di bloccare o sospendere l’iter in attesa delle annunciate verifiche. E, di conseguenz­a, si va avanti: negli scorsi giorni sono stati chiesti e ottenuti dal Comune di Lonato i permessi per allestire i primi cantieri dell’opera più importante del lotto, il tunnel da 5 km tra Lonato e Desenzano. «Le imprese stanno procedendo regolarmen­te, d’altra parte non c’è alcuna inadempien­za contrattua­le che possa essere invocata per bloccare l’opera dice Franco Miller, che segue la questione Tav per la Confindust­ria veneta - Ciò detto, sono preoccupat­e dalla nomina del professor Marco Ponti come consulente del ministro, visto che in precedenza ha assunto più volte posizioni contro la Tav». Ponti, già in forze al Politecnic­o di Milano, è uno dei tecnici cui Toninelli ha affidato il compito di redigere l’analisi costi-benefici sulla Tav da cui dovrebbe dipenderne il futuro. Autore di un libro il cui titolo è tutto un programma - «Sola andata. Trasporti, grandi opere e spese pubbliche senza ritorno» tiene anche un blog sul Fatto

Quotidiano dove scrive di trasporti. E, a proposito della Brescia-Padova, ha parlato di opera dal costo «sconvolgen­te».

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I treni e le linee ad alta velocità sono al centro di uno dei dibattiti più incandesce­nti nell’agenda di governo
Corsa a ostacoli I treni e le linee ad alta velocità sono al centro di uno dei dibattiti più incandesce­nti nell’agenda di governo

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