BANCHE TRE PUNTI E LO STALLO
Èscattata la pausa agostana e sembra che altro non rimanga se non rassegnarsi a un ulteriore rinvio di ogni tentativo di soluzione del drammatico affaire politico-giuridico delle banche venete. Restano però impresse negli occhi tre immagini, quasi fossero altrettante cartoline di mezza estate. La prima immagine rappresenta un presidente del Consiglio che, a poche ore dall’incarico, inizia la propria attività istituzionale incontrando una rappresentanza di risparmiatori traditi. Il messaggio pareva allora chiaro: la questione delle banche sarebbe stata al centro dell’azione politica del governo entrante. La seconda immagine fotografa un incontro, quello svoltosi martedì 24 luglio, nel quale le associazioni dei risparmiatori delle banche venete – tanto numerose quanto disunite – vengono ricevute al Ministero dell’Economia dai Sottosegretari Bitonci e Villarosa.
La terza immagine racconta la vicenda di un imprenditore che, indotto a investire due milioni di euro in bond subordinati di Banca Marche senza essere stato adeguatamente informato dei rischi che avrebbe corso – essendo anzi rassicurato che si trattasse di un titolo sicuro – una decina di giorni fa ha ottenuto dalla Camera arbitrale dell’Autorità Anticorruzione un rimborso di 972 mila euro; denari che gli verranno versati dal Fondo interbancario.
L’Anac ha così deciso di riconoscere la metà della somma al tempo investita. E si tratta comunque di un importo record. La motivazione? Nella profilatura realizzata dalla Banca, in relazione alla sottoscrizione dei bond subordinati, all’investitore era stata attribuita un’elevata esperienza in materia finanziaria e un’alta propensione al rischio: ma, nella verità dei fatti, le cose non stavano propriamente così. Si noti che quella della falsa profilatura è un’evenienza assai ricorrente anche nelle vicende degli ex azionisti delle banche venete.
Contro quest’ultime, però, dopo la messa in liquidazione, non si può dire che vi sia alcun canale efficace entro il quale veicolare la tutela dei diritti dei risparmiatori. L’impasse giuridica è totale. Le tre immagini che qui ho inteso sinteticamente rappresentare mostrano l’assoluta incoerenza del quadro generale.
Il governo manifesta il proprio forte impegno, l’Anac riconosce un rimborso pari alla metà della somma investita dal risparmiatore tradito da una falsa profilatura, l’Anac è peraltro esattamente il soggetto cui il testo di decreto attuativo messo a punto dal Sottosegretario del precedente governo aveva affidato di pronunciarsi sui danni patiti dai risparmiatori, ma agli effetti pratici nulla è possibile fare. Cosa resta allora di queste tre immagini?
L’intendimento politico generale non ha trovato traduzioni pratiche; e, in sede locale, a prevalere sono state la frammentazione e l’incapacità di avanzare proposte plausibili. Se è evidente che occorre predisporre con urgenza un progetto tecnicogiuridico che affronti i problemi, chi però è in grado di assumere una forte iniziativa politica in tal senso?