L’Ikea al Consorzio Zai: «Ridateci indietro i soldi del preliminare»
La mossa della multinazionale per far ripartire da zero la trattativa col Comune
. Con una lettera inviata al Consorzio Zai, l’Ikea ricorda come sia scaduto (il 31 di luglio, e la lettera è del giorno successivo) il contratto preliminare firmato col Consorzio stesso per un insediamento alla Marangona (che è appunto di proprietà del Consorzio Zai). Ikea chiede perciò di vedersi restituire i soldi versati come caparra: 3 milioni e 600mila euro.
L’Ikea rivuole i suoi soldi. Con una lettera inviata al Consorzio Zai, la multinazionale svedese del mobile a basso costo ricorda come sia scaduto (il 31 di luglio, e la lettera è del giorno successivo) il contratto preliminare a suo tempo firmato col Consorzio stesso per un insediamento a Verona, nell’area della Marangona (che è appunto di proprietà del Consorzio Zai). Nella stessa, scarna comunicazione, Ikea chiede perciò di vedersi restituire i soldi versati al Consorzio quale caparra: 3 milioni e 600mila euro, Iva compresa.
La richiesta è arrivata decisamente poco gradita, visto che causerà più di un problema. In vista dell’arrivo di Ikea, il Consorzio Zai aveva infatti già provveduto ad acquistare alcuni terreni (che i proprietari erano stati felicissimi di vendere, cosa che speravano di fare da molto tempo) e sono in corso ulteriori acquisizioni: secondo il cronoprogramma, entro l’ottobre di quest’anno dovrebbero essere acquisite aree per un valore di tre milioni e mezzo di euro. Se ci saranno i soldi necessari.
La mossa di queste ultime ore, da parte della multinazionale, è legata alla «nuova» trattativa che si è improvvisamente aperta nelle scorse settimane col Comune di Verona. Adesso infatti non si discute più (come quando era stato siglato il preliminare) di un punto-Ikea e di un annesso Centro commerciale da 80mila metri: quel Centro è stato dimezzato (40mila metri quadri al posto di 80mila) ed in più c’è la proposta di realizzare (e regalare al Comune) un’arena coperta, in pratica un nuovo Palasport per eventi sportivi e concerti, da 10mila posti a sedere.È più che probabile che Ikea cercherà di ridimensionare, assieme alla proposta, anche le condizioni economiche. Di qui la velocità nel dichiarare chiusa tutta la trattativa basata sul preliminare precedente, e di aprirne una nuova: su tutto.
Il 30 maggio scorso, il presidente del Consorzio, Matteo Gasparato, aveva sottolineato l’importanza della scadenza del 31 luglio. Dal punto di vista legale, quindi, la lettera arrivata l’altro giorno segna un «taglio secco» con i contatti precedenti, impedendo che un domani chiunque possa invocare quel preliminare come un precedente messo «nero su bianco».
Il sindaco Federico Sboarina ha promesso che la risposta ufficiale di Palazzo Barbieri al progetto-bis di Ikea arriverà entro la fine di agosto (e questo sarà uno dei faldoni che il primo cittadino porterà con sé durante le sue brevi ferie di Ferragosto, dalla settimana prossima alla fine di quella successiva). Da settembre, poi, ricominceranno gli incontri a tre: Sboarina, l’assessore all’Urbanistica Ilaria Segala e Ikea.
Il «caso Ikea» si trascina ormai da quasi 6 anni, tra i sì della giunta Tosi, i no della giunta Sboarina, il cambio di progetto e l’attenzione sul tema da parte anche della Regione Veneto, il cui presidente, Luca Zaia, aveva spiegato due mesi fa che «il sindaco è democraticamente eletto e fa le scelte nell’interesse dalla città. Noi dialoghiamo con tutti ed Ikea ha trovato ampia ospitalità nel Veneto: se poi Verona dicesse no, ci sono altri 570 Comuni».