Olimpiadi, Cinque Stelle veneti divisi E Cortina già teme di perdere lo sci
Milano e Torino vogliono ridiscutere il masterplan. Ghedina: «Non staremo a guardare»
«Idee diverse, titubanze da superare». Il nodo di un movimento «multivision» questa volta sbatte lì: nella diplomazia, in qualche telefono che squilla a vuoto, nei toni cortesi di un «scusi, ma non sono aggiornato».
È chiaro: nessuna voglia di farsi la guerra. Ma nel M5S veneto (come altrove) anche la questione Olimpiadi si è tradotta in un nuovo, faticoso esercizio di gestione del doppio ruolo di «militanti sul territorio» e di «partito di governo». Risultato: posizioni differenti, anche se irrigate dalla diplomazia, memori della batosta presa dai precedenti duelli schiaffati in pubblico su Tav e grandi opere.
«La scelta della candidatura a tre, con Cortina insieme a Milano e Torino, è lo specchio di un’Italia dove nessuno ha gli attributi per prendere una decisione - commentava due giorni fa il consigliere Jacopo Berti - Il cane di tre padroni muore di fame. Vogliamo i giochi diffusi? Benissimo, ma la regia deve essere unica. Ricordo, invece, che sui Mondiali di Sci 2021 la Regione è la grande assente». «Ci sono dei punti di vista diversi - gli fa eco, qualche ora dopo, il deputato Federico D’Incà - alcune titubanze da superare. Tenete conto che la questione ambientale e il contenimento dei costi sono dei princìpi fondamentali da rispettare nel Movimento Cinque Stelle: sarà compito del governo dare, in tal senso, delle risposte che possano convincere anche gli scettici, dimostrando, per una volta, che un grande progetto sportivo non rischia di trasformarsi in speculazione o spreco di denaro».
D’Incà, in mezzo a colleghi veneti che sulla questione non parlano (o «sono impegnati su altri fronti», appunto), sul capitolo Olimpiadi parla eccome: «Il masterplan va ancora individuato per bene, ma il bello di questa candidatura a tre è che segue l’intero arco alpino, lungo queste care montagne: un’opportunità unica per il Paese, sia a livello turistico, sia per dimostrare la nostra capacità unitaria di promuovere insieme una cartolina tra le più belle d’Italia». E ancora: «Sarà importante, in questo senso, saper riutilizzare bene gli impianti sportivi che già ci sono, spazi importanti, a cui vanno affiancati interventi mirati prosegue D’Incà -. Penso, ad esempio, per il Bellunese, la possibilità di risolvere finalmente il nodo di Longarone. Se lavoriamo bene, queste Olimpiadi potranno essere un grande manifesto del Made in Italy, con turisti sportivi che avranno l’occasione di scoprire territori alternativi alle solite Venezia, Firenze e Roma».
Nel frattempo, mentre anche il Cio (Comitato internazionale olimpico) accetta ufficialmente e applaude la candidatura a tre, Torino e Milano brontolano, e il sindaco Beppe Sala chiede subito un incontro fra sindaci. «Certamente, anzi, vista l’afa in città,
D’Incà Invitiamo Appendino e Sala a Cortina per iniziare il dialogo
organizziamolo a Cortina - rilancia il parlamentare pentastellato bellunese - sarà buona cosa sedersi attorno ad un tavolo».
L’invito a Sala e Appendino è ufficialmente partito: «Porterò il sindaco di Torino in cima alle Tofane - promette il sindaco di Cortina Gianpietro Ghedina - così si potrà rendere conto di quanto meriti questo bellissimo territorio».
Già, serve mettere in chiaro questo, e quanto prima. L’assalto al dossier per contrattare in solitaria alcune discipline sportive potrebbe essere già partito. D’altra parte, come conferma Evelina Christillin (donna manager dei Giochi di Torino 2006 e consigliera Fifa) «il dossier non è scolpito sulla pietra» e tutto è modificabile. I timori? Che dopo il bisticcio sul bob, ora le valli piemontesi reclamino di più sullo sci e che in coda ci si metta anche Milano per ottenere più eventi.
«Giù le mani dallo sci alpino, ci batteremo in tutti i modi per tenere lontani i predoni da Cortina - sbotta Dario Bond (Forza Italia) - chi vuole cambiare la distribuzione delle discipline è mosso solo da rabbia pura perché le cose non sono andare come programmava. Questa rimane la perla delle Dolomiti, patrimonio Unesco: guardate ciò che offre e comprendere cosa vale». «Gli appetiti milanesi e torinesi si devono fermare di fronte alle piste di Cortina: basta vederle per capire che lo sci va praticato qui, punto» aggiunge Luca de Carlo (FdI).
«Un valore che ci ha riconosciuto il Coni - conclude un battagliero Ghedina - : noi restiamo su queste posizioni ufficiali, sullo sci e sugli altri sport lo stesso presidente Malagò ci ha confermato la vocazione naturale del territorio. Se qualcun altro tenterà di cambiare le cose, noi comunque ci faremo sentire».