Due acque e due caffé a San Marco: 43 euro Ondata d’indignazione
I gestori: al banco un euro, al tavolo è un’altra cosa
«Ogni anno, ad agosto, è la stessa storia: in città arriva chiunque, e nel mucchio ci sono anche personaggi di questo tipo, incapaci di ascoltare ma pronti a lamentarsi, specie online».
Il manager del Caffé Lavena, storico locale al centro di piazza San Marco, scuote la testa quando gli si parla di scontrini «scandalosi» e delle conseguenti polemiche sul prezzo di un caffé nel cuore di Venezia. Sospira, alza lo sguardo dai registri che sta compilando seduto ad un tavolino in fondo alla sala, e prima che possa iniziare un’altra frase viene interrotto dal suono del telefono, un cordless bianco che si illumina ritmicamente: «È tutto il giorno che chiamano, ormai non rispondiamo neanche più o non ci resterebbe il tempo per lavorare». All’altro capo della cornetta chi insulta, chi chiede spiegazioni, ma anche qualcuno che vuole manifestare la sua comprensione dopo che, nei giorni scorsi, il bar dai soffitti stuccati è finito al centro di un ciclone a causa di un conto giudicato troppo salato: due caffè, due acque San Pellegrino da un quarto di litro, per 43 euro totali.
Lo scontrino fiscale - che indica chiaramente i singoli importi scorporati, facendo così capire come l’acqua sia costata 10 euro, l’espresso addirittura 11,50 - ha fatto subito il giro del web, pubblicato da qualcuno che si è sentito truffato e commentato da tantissimi con l’indignazione pronta in canna. «Si scandalizzano al momento del conto perché non vogliono stare a sentire quando consegniamo loro il menù - spiega un cameriere eppure glielo diciamo in tutte le lingue: i prezzi per chi si siede al tavolo sono maggiorati, per questo ci raccomandiamo che prima di ordinare controllino la carta. Ma tanti ci liquidano con un gesto, dicendoci che sanno già cosa vogliono, di portargli subito da bere. Se insistiamo c’è pure chi si offende: come sarebbe, ci dice, credete che non possa pagare?».
Ma i prezzi del Lavena non sono riportati solamente sui menù, sono anche ben visibili nell’insegna appesa all’esterno, sulla colonna delle Procuratie che segna l’inizio del plateatico, a ridosso dell’orchestra: in mezzo metro di cartellone, rosso e nero su bianco, si leggono tutti gli importi, da quelli dei vari cocktail fino a spremute, acqua e - appunto - caffé. Anzi, a onor del vero l’espresso da 11,50 euro apre proprio l’elenco, primo tra tutte le ordinazioni.
«Chi vuole semplicemente bersi un caffé può farlo al banco e pagare solo un euro e venti centesimi - continua il manager - Stessa cosa per lo spritz: consumato in piedi sono quattro euro, in linea con un qualsiasi locale del centro, persino a Mestre. Se si decide di sedersi, godere dell’orchestra, guardare il campanile e la basilica, si paga per un’esperienza diversa. E’ così ovunque, in tutte le città d’arte del mondo. E credo basti mettere piede qui dentro per
Intanto Venezia applaude il gondoliere che rimprovera i francesi in acqua
rendersi conto di come questo sia un locale particolare, storico».
Polemiche già sentite, già esaurite, quindi. Un po’ come quelle sul turismo «cafone» della laguna, che però si sono a loro volta riaccese in questi giorni sempre grazie ad un post pubblicato sui social network: due turisti francesi hanno pensato di combattere il caldo con un tuffo dalla riva di piazza San Marco e sono stati ripresi da un gondoliere, che ha anche immortalato il tutto in un video, subito divenuto virale. (Altri servizi sulle pagine del Corriere della Sera di oggi) Giacomo Costa