Corriere di Verona

Sciagure in laguna tre morti e polemiche «Canali come piste»

Due incidenti. Nel più grave gondoliere alla guida

- Eleonora Biral (Altri servizi sul Corriere della Sera) © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Il primo sabato di vacanze d’agosto a Venezia è iniziato con un motoscafo che ha centrato il barchino di due pescatori, uccidendol­i. E si è concluso con un’altra barca rovesciata e la morte dell’anziano che si trovava a bordo. Immediata la polemica, con il governator­e che chiede più controlli.

La barca era più piccola rispetto a quella che utilizzava­no di solito: era comoda e più facile da manovrare. Si sono fermati vicino a una secca: la caccia ai branzini doveva iniziare da lì. E invece, nel buio, all’improvviso un’altra imbarcazio­ne è piombata dritta su di loro. Uccidendol­i.

Renzo Rossi,58 anni, è morto poco dopo il suo arrivo in ospedale. Natalino Gavagnin, di 63, è stato recuperato a un centinaio di metri di distanza quasi due ore più tardi, quando ormai non c’era più niente da fare. I due pescatori veneziani erano amici da una vita e avevano fermato la barca nella zona di Sant’Andrea-San Nicoletto, a Venezia. Uno specchio di laguna che si trova tra l’isola di Sant’Elena e il Lido, già teatro di incidenti e tragedie e per questo motivo di polemiche sulla sicurezza in acqua. Perché i diportisti ne approfitta­no per spingere il motore al massimo, a volte corrono come missili. E infatti sembrerebb­e che tra gli elementi che hanno aggravato le conseguenz­e dello schianto ci sia proprio la velocità del barchino investitor­e che aveva un potente motore da 150 cavalli. Alla guida c’era Ivan Bastasin, sostituto gondoliere di 27 anni della Giudecca. Il giovane stava rientrando dopo aver trascorso alcune ore in compagnia di un amico e due ragazze, che si trovavano a bordo. Una serata come tante altre passate in laguna. Non aveva bevuto nè assunto droghe, come è stato dimostrato dall’esito dei test ma, secondo i primi accertamen­ti degli investigat­ori, è possibile che viaggiasse a velocità sostenuta, anche se la conferma arriverà solo dalle indagini.

Il cacciapesc­a con a bordo le due vittime, che abitavano vicine, in quei momenti era fermo nella zona della Bocca di porto del Lido. Erano circa le 23,30 quando la coppia è stata investita dal lancino e non ha potuto fare nulla. Entrambi i pescatori sono stati sbalzati in acqua e sono stati soccorsi da alcuni colleghi che stavano passando in zona che si sono accorti dell’incidente. Neppure un quarto d’ora dopo i vigili del fuoco hanno raggiunto il luogo dello schianto insieme alla polizia e ai carabinier­i e hanno recuperato Renzo Rossi, affidandol­o agli operatori del Suem che, dopo averlo stabilizza­to, lo hanno accompagna­to all’ospedale Santi Giovanni e Paolo in idroambula­nza. La corsa disperata e i tentativi dei medici, però, non sono serviti a salvare la vita al 58enne, che ha riportato un grave trauma toracico.

Nel frattempo, i vigili del fuoco, con l’aiuto di una squadra di sommozzato­ri, hanno dato il via alle ricerche di Gavagnin, che è stato dato per disperso fino all’1,25, quando il corpo è stato individuat­o all’altezza della darsena della Marina di Sant’Elena. I soccorrito­ri lo hanno recuperato notando un grosso taglio alla testa che potrebbe essersi provocato cadendo dalla barca.

I quattro ragazzi che erano sul lancino, lievemente feriti, sono stati accompagna­ti al pronto soccorso dal quale sono stati dimessi qualche ora più tardi. Prima di tornare a casa, dove ieri sono rimasti tutto il giorno, hanno raccontato spontaneam­ente la loro versione dei fatti ai militari della capitaneri­a di porto di Venezia, che stanno svolgendo le indagini su disposizio­ne del magistrato di turno della procura di Venezia, Giovanni Zorzi, che ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo. «Un altro pescatore mi ha raccontato di aver sentito il rombo di un motore in corsa a tutta velocità» racconta un testimone, Graziano Vettiato. Ma allo sta-

to attuale nessuno è stato ancora iscritto sul registro degli indagati, perché serviranno degli approfondi­menti per chiarire la dinamica dell’incidente e le responsabi­lità.

La procura ha ricevuto una prima relazione della guardia costiera che conferma come il lancino abbia travolto il cacciapesc­a che era, invece, fermo. Non è ancora stato chiarito, però, se i fari di entrambe le imbarcazio­ni fossero accesi. Spesso, infatti, in laguna accade che gli scontri avvengano proprio perché le unità non sono ben segnalate. È il caso, ad esempio, di un incidente registrato nel 2016 tra Sant’Elena e l’isola della Certosa: un barchino con a bordo dei ragazzini si era schiantato contro un taxi.

Ieri il sostituto procurator­e Zorzi ha posto sotto sequestro entrambe le imbarcazio­ni, che sono state portate al cantiere della Marina Militare all’Arsenale.Sarà eseguita, con ogni probabilit­à, una perizia per accertare la velocità alla quale andava il lancino e se tutto, luci comprese, fosse in regola per entrambe le barche.

«Esprimo il più sincero cordoglio – ha detto il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro - gli inquirenti accertino le responsabi­lità di quanto accaduto. A noi, oggi, non resta che un pensiero commosso nella speranza che quanto successo non abbia più a ripetersi».

 ??  ?? La tragedia I vigili del fuoco, in piena notte, tentano di soccorrere le persone coinvolte nello scontro fra il motoscafo e la barca dei pescatori
La tragedia I vigili del fuoco, in piena notte, tentano di soccorrere le persone coinvolte nello scontro fra il motoscafo e la barca dei pescatori
 ??  ?? Il natante La barca coinvolta nell’incidente avvenuto ieri nella zona della Laguna compresa fra Sant’Elena e San Nicoletto
Il natante La barca coinvolta nell’incidente avvenuto ieri nella zona della Laguna compresa fra Sant’Elena e San Nicoletto
 ??  ?? Barca e regali Natalino Gavagnin, 63 anni, per tutti era «Natale»: infermiere in pensione, condividev­a tutto con amici e colleghi, a partire dal risultato delle sue battute di pesca. Lo piangono la moglie, i tre figli e i tanti nipoti
Barca e regali Natalino Gavagnin, 63 anni, per tutti era «Natale»: infermiere in pensione, condividev­a tutto con amici e colleghi, a partire dal risultato delle sue battute di pesca. Lo piangono la moglie, i tre figli e i tanti nipoti
 ??  ?? Lenza e fucile Ex pilota dei mezzi pubblici Actv, Renzo Rossi aveva 58 anni e da qualche tempo si era messo in proprio, guidando un taxi acqueo. Oltre alla pesca amava la caccia e il tiro al volo. Lascia una moglie e una figlia
Lenza e fucile Ex pilota dei mezzi pubblici Actv, Renzo Rossi aveva 58 anni e da qualche tempo si era messo in proprio, guidando un taxi acqueo. Oltre alla pesca amava la caccia e il tiro al volo. Lascia una moglie e una figlia

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