L’onda, l’anziano in acqua Caccia all’imbarcazione
Un’altra tragedia del mare. Ma a bordo erano in troppi Zaia invoca «regole più severe per la navigazione in laguna»
Zaia Avendo già assistito in passato a simili tragedie, credo si possa dire che c’è un problema
Un’onda ha CAMPAGNA LUPIA fatto rovesciare il barchino e tutti e cinque i passeggeri sono finiti in acqua. Quattro di loro sono riusciti a mettersi in salvo mentre il conducente è stato recuperato quando ormai non c’era più niente da fare. A meno di ventiquattr’ore dal tragico incidente nautico che è costato la vita ai due pescatori Renzo Rossi e Natalino Gavagnin in laguna, un altro dramma si è consumato nelle acque del Veneziano.
Un uomo di 76 anni ha perso la vita durante una gita in barca insieme agli amici tra Giare di Mira e Campagna Lupia, nello specchio acqueo in Valle Averto. In barca con la vittima, che viveva a Campagna Lupia, c’era anche il nipote. Lui per primo, insieme agli altri passeggeri, si è accorto che il 76enne era in difficoltà e ha cercato di salvarlo, purtroppo senza riuscirci. Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri della compagnia di Chioggia, che stanno eseguendo tutti gli approfondimenti del caso, il barchino si sarebbe rovesciato a causa di un’onda provocata da un’altra imbarcazione che era appena passata nelle vicinanze.
Una circostanza, questa, che si aggiunge al fatto che a bordo del barchino c’erano troppe persone. Un numero maggiore rispetto a quello consentito e, dunque, troppo peso da reggere. Anche per questo motivo l’unità si sarebbe rovesciata, facendo finire tutti in acqua.
Gli altri quattro passeggeri, rimasti lievemente feriti, sono riusciti subito a raggiungere la riva e si sono accorti che il 76enne non era riemerso. Lo hanno cercato e, una volta recuperato, lo hanno portato con loro al sicuro, ma l’uomo aveva già perso conoscenza. Pochi minuti più tardi sono arrivati gli operatori del Suem che hanno tentato, invano, di rianimare la vittima. Purtroppo il medico non ha potuto fare altro che constatarne il decesso. Una morte che, stando alle prime analisi, sarebbe sopraggiunta per annegamento, anche se il 76enne soffriva di problemi respiratori. Per questo, infatti, secondo gli investigatori non sarebbe riuscito a mettersi in salvo a differenza degli altri occupanti. Nella barca, infatti, c’era anche una bombola di ossigeno che il pensionato aveva portato con sé. I carabinieri, adesso, stanno cercando di comprendere se ci siano responsabilità di terzi nell’incidente, anche se dai primi rilievi eseguiti e dalle testimonianze fornite dai quattro occupanti del barchino, sembra confermata l’ipotesi dell’onda anomala.
Sulle tragedie che hanno sconvolto ieri Venezia è intervenuto anche il governatore Luca Zaia: «Lo dico da amante del mare e da patentato: servono regole più severe per la navigazione in laguna - afferma - Avendo già assistito nel passato anche recente a tragedie come questa, credo si possa tranquillamente affermare che c’è un problema e che va risolto». Zaia, nell’esprimere il suo «cordoglio» alle famiglie delle vittime, sottolinea di non voler entrare nel merito delle dinamiche, al vaglio delle autorità: «Ma è evidente che, per le caratteristiche del traffico acqueo in laguna e nella città occorrano regole diverse, una maggiore severità nella loro applicazione e controlli più ampi e stringenti», ha spiegato. Zaia conclude poi dicendo che «la pericolosità di un natante non si misura sul numero dei cavalli» Ma, ciò non di meno, «è necessario invece avere il massimo rispetto delle regole del mare, tenere conto della visibilità e della velocità e di una serie di altri fattori fondamentali per la sicurezza».