Niente espulsione: «È troppo giovane»
Profugo di 21 anni ospitato in provincia per il tribunale di Venezia può restare in Italia
Giovane, solo e analfabeta. VERONA Quindi «vulnerabile» al punto da non poter essere espulso. Con questa motivazione il tribunale di Venezia ha concesso la protezione internazionale a un profugo africano di 21 anni. L’ordinanza riguarda un ragazzo originario del Gambia che in un primo tempo si era visto respingere la richiesta di restare nel nostro Paese dalla Commissione territoriale di Verona, che aveva ritenuto le sue motivazioni poco credibili.
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Giovane, solo e analfabeta. Quindi «vulnerabile» al punto da non poter essere espulso. Con questa motivazione il tribunale di Venezia ha concesso la protezione internazionale a un profugo africano di 21 anni.
L’ordinanza, depositata nelle scorse settimane dal giudice Roberta Ballarin, riguarda un ragazzo originario del Gambia che in un primo tempo si era visto respingere la richiesta di restare nel nostro Paese dalla Commissione territoriale di Verona, che aveva ritenuto le sue motivazioni poco credibili.
Il migrante diceva di aver lavorato come contadino, coltivando arachidi e miglio nel villaggio di Pallen. Dopo la morte del padre - quando lui era ancora bambino - la madre si era risposata con un uomo che, in seguito a un litigio, aveva minacciato di ucciderlo. Da lì la fuga in Italia e il trasferimento in un centro di accoglienza della provincia scaligera.
Dopo il rifiuto della Commissione, attraverso l’avvocato Paolo Tacchi Venturi il gambiano ha presentato ricorso al tribunale di Venezia. E anche il giudice è sembrato perplesso, di fronte ai motivi che l’hanno portato a emigrare: «Non ha superato le criticità rilevate dalla Commissione nel provvedimento di diniego circa la credibilità e verosimiglianza della vicenda raccontata», si legge nell’ordinanza. «Le minacce ricevute dal patrigno sono state esposte in maniera del tutto generica». Questo, unito al fatto che in Gambia «non si ravvisa la presenza di un conflitto armato interno da cui può conseguire violenza indiscriminata», faceva pensare a un rigetto della richiesta di protezione anche da parte del tribunale di Venezia. E invece, il giudice ritiene ci siano «i presupposti per l’attribuzione del permesso di soggiorno per motivi umanitari». Il motivo? È stata presa in considerazione «l’esistenza di situazioni “vulnerabili” non rientranti nelle misure tipiche». Ebbene, in questo caso «si ritiene che il ricorrente, il quale ha lasciato il proprio paese ancora minorenne, all’età di 17 anni, sia da considerarsi soggetto vulnerabile per il quale il rimpatrio (...) lo esporrebbe a un concreto
La tesi Secondo il giudice il rientro in patria «lo esporrebbe a concreto pregiudizio»
pregiudizio». Una vulnerabilità - ed è questo l’aspetto che rende per certi aspetti innovativa la decisione di Venezia - che è «data dalla giovane età, dalla mancanza di rete parentale e di istruzione». Insomma, nonostante oggi abbia 21 anni, il gambiano viene considerato troppo immaturo per essere espulso, tenuto anche conto del fatto che è semi-analfabeta e una volta rimpatriato non troverebbe alcun familiare ad accoglierlo. «Deve pertanto essere riconosciuta la protezione per ragioni umanitarie», conclude l’ordinanza del tribunale.
L’avvocato Tacchi Venturi spiega che il giudicante «ha avuto modo di incontrare il ragazzo. Balbettava, era insicuro e, nonostante non sia più minorenne, è apparso quasi smarrito. Se lo avessero rispedito in Gambia difficilmente sarebbe stato in grado di badare a se stesso, tenuto conto dell’età ma anche del fatto che i suoi unici studi sono avvenuti in una scuola coranica ed è quasi incapace di scrivere. Per questo motivo la sua giovinezza, unita alle condizioni familiari, hanno indotto il giudice a considerarlo tanto vulnerabile da poter restare in Italia».