Periferie, asse dei sindaci Zaia: fondi a più Comuni
L’asse multicolore dei VENEZIA sindaci veneti si organizza per recuperare i fondi del Bando Periferie. E tenta di lasciar fuori la politica per raggiungere il risultato. Il Carroccio veneto, Zaia in testa (in foto) però, tira dritto e punta a una redistribuzione dei 2 miliardi a tutti i Comuni virtuosi.
Il tam tam fra i sette VENEZIA sindaci delle città venete è continuato, febbrile, per tutto il giorno. La «scomparsa prematura» dei fondi per il Bando Periferie infilata nottetempo nel Milleproroghe ha gettato nello scompiglio i primi cittadini. E, intanto, il Carroccio veneto, dal governatore Luca Zaia al sottosegretario al Mef, Massimo Bitonci e a tutti i parlamentari veneti della Lega, fa quadrato e promette: quei 2 miliardi «liberati» potranno essere destinati a tutti i Comuni virtuosi. Il congelamento di 150 milioni destinati a progetti per le periferie stanziati dai governi precedenti, però, rischia di aprire un fronte trasversale, indipendentemente dal colore politico delle amministrazioni locali.
Nessuna comunicazione ufficiale, per ora. La linea è un incontro fra Luigi Brugnaro (Venezia), Sergio Giordani (Padova), Mario Conte (Treviso), Francesco Rucco (Vicenza), Federico Sboarina (Verona), Jacopo Massaro (Belluno) e Massimo Bergamin (Rovigo) per stabilire una strategia comune entro il mese di agosto. Obiettivo: esercitare la pressione necessaria a Roma prima della discussione a Montecitorio. L’asse dei sindaci veneti compatta una compagine totalmente eterogenea con una premessa: nessuna polemica politica per portare a casa il risultato (e i soldi) con tutta la delicatezza del caso per agevolare chi guida un Comune sotto le insegne del Carroccio in Veneto. Si narra, ad esempio, di telefonate
Ferrazzi (Pd) Un blitz agostano da manuale. Daremo battaglia
incrociate fra Padova e Verona. Perché il risiko diplomatico è tutt’altro che semplice. Intanto si consultano le avvocature civiche come ha fatto Giordani a Padova intenzionato, per altro, a procedere comunque con i cantieri. Zaia non tradisce i toni pacati che sono, ormai, un marchio di fabbrica, ma ricorda: «Pare la norma sia incostituzionale e per di più non tutta l’operazione aveva una copertura finanziaria. Comunque ora non saranno solo 96 Comuni a beneficiare dei fondi ma 8000». Da Roma, fra una diretta tv e l’altra su flat tax e pace fiscale, Bitonci scandisce: «Sui bandi per le periferie c’è una sentenza della Corte Costituzionale che certifica una gestione del passato governo pressapochista, perché questa era materia concorrente e quindi di competenza regionale. Per i progetti migliori si troverà una nuova forma di finanziamento». Da Padova, qualcuno fa notare come il mancato passaggio in conferenza StatoRegioni per il tram sia stato superato proprio con la discussione in conferenza mettendo a norma l’iter normativo. Bitonci rilancia: «I precedenti governi hanno sbagliato, punto. Possiamo rassicurare, però, i sindaci che quei soldi saranno usati per i Comuni, anche per quelli al momento esclusi che non sono “figli di un dio minore”. Alcuni progetti non si potranno bloccare, per gli altri, invece, servirà pazienza». Al contrattacco, per il Pd, c’è il senatore Andrea Ferrazzi, già coordinatore per l’Anci dell’urbanistica: «É stato un blitz in piena regola, consumato in una notte d’agosto. Un classico. I conti li faremo alla Camera quando presenteremo la modifica al testo. Gentiloni sottoscrisse 96 convenzioni che hanno valore di contratto, con il placet della Corte dei Conti. É pazzesco che soprattutto il M5s, innamorato di smart cities e ambiente gettino a mare progetti che vanno in quella direzione». Fuoco d’artiglieria da Verona con Paolo Paternoster, deputato della Lega: «Renzi e il Pd avevano promesso soldi che non c’erano». Imbarazzo all’Anci che accoglie positivamente la possibilità di spendere gli avanzi di bilancio ma non certo a scapito dei fondi per le periferie. La Lega, però, tira dritto, anche in Trentino con i suoi parlamentari che difendono l’emendamento del Milleproroghe.