Stop all’Università: concorso da rifare
Lingue, accolto dal Tar il ricorso di una prof «bocciata» dalla commissione. Atti nulli
Docente bocciata dai VERONA commissari senza un perché. È quanto sarebbe accaduto secondo i giudici amministrativi del Tar all’Università di Verona dove, per assegnare una cattedra da docente ordinario a Lingue, Letterature e Culture Inglese e Anglo americana «le valutazioni avrebbero dovuto, quanto meno, riportare una motivazione ampia e circostanziata». Tanto che i magistrati hanno annullato tutti gli atti relativi alla procedura ordinando una nuova selezione.
Docente bocciata dai VERONA commissari senza un perché. È quanto sarebbe accaduto secondo i giudici amministrativi del Tar all’Università di Verona dove, per assegnare una cattedra da docente ordinario a Lingue, Letterature e Culture Inglese e Anglo americana «le valutazioni avrebbero dovuto, quanto meno, riportare una motivazione ampia e circostanziata, in grado di evidenziare le ragioni reali delle scelte operate dalla commissione». Tanto che i magistrati hanno annullato tutti gli atti relativi alla procedura ordinando una nuova selezione e accogliendo il ricorso di una candidata esclusa. Si tratta della professoressa Carla Sassi: nella sua impugnazione puntava proprio il dito contro i criteri utilizzati in sede di giudizio e il Tar, nella sua sentenza, ne ha condiviso le lamentele scrivendo che le valutazioni seguite dai commissari «sono essenzialmente costituite da un elenco di alcune delle esperienze riportate dalla candidate nel curriculum, senza alcuna motivazione circa il rilievo da attribuire alle stesse. Le esperienze indicate nelle valutazioni, peraltro, sono state scelte in base ad un criterio sconosciuto, mentre molte altre sono state trascurate, in modo assolutamente contraddittorio». Ragion per cui «la commissione avrebbe dovuto almeno spiegare per quale ragione talune esperienze, dall’indubbia ed oggettiva valenza istituzionale, non sono state ritenute rilevanti, mentre se ne sono valorizzate altre. In conclusione, la valutazione appare viziata da una complessiva carenza di motivazione».
Tutto era iniziato con il decreto rettorale 964 del 5 giugno 2017, con cui venivano indette le procedure selettive per la copertura di 7 posti di professore ordinario (prima fascia) da coprire mediante chiamata. Il 9 ottobre scorso, con un altro decreto rettorale, al termine delle operazioni di valutazione, vengono approvati tutti gli atti relativi alla procedura. Ma la professoressa Sassi, bocciata dai commissari, non demorde e presenta ricorso. Tra i suoi «motivi di doglianza», la docente sollevava ombre anche sulla legittimità della selezione, tuttavia per i giudici lagunari «il procedimento si è svolto in modo legittimo e nel rispetto dei passaggi previsti dalla legge e dallo stesso regolamento. Inoltre, gli atti fondamentali della procedura sono stati adottati dagli organi competenti». Ma la docente esclusa denunciava soprattutto «la manifesta illegittimità dei giudizi espressi dalla commissione» e in effetti, hanno decretato i giudici amministrativi, «le valutazioni formulate nei confronti delle due candidate (la professoressa “bocciata” e quella a cui è stata assegnata la cattedra,
non permettono di comprendere le ragioni che hanno condotto la Commissione ad esprimere i giudizi finali. Tali valutazioni, infatti, contengono affermazioni generiche e prive di riferimenti oggettivi alle specifiche risultanze istruttorie. Manca inoltre un raffronto effettivo tra le posizioni delle candidate, in grado di spiegare il diverso peso attribuito a ciascuna di esse per le singole voci oggetto di valutazione». A cominciare dal fatto che «dai verbali e dalle valutazioni formulate per le due candidate non è dato comprendere l’iter decisionale che ha condotto ai due differenti giudizi finali sul curriculum (eccellente per la vincitrice e molto buono per Sassi), i quali pertanto sotto tale profilo risultano irragionevoli e del tutto privi di motivazione».Inoltre «manca del tutto un giudizio reale sulle pubblicazioni di ciascuna candidata e manca altresì un giudizio di reale comparazione tra le due». E poi «si trascurano elementi nei curricula, senza che ne sia spiegata la ragione». E adesso? Il Tar è categorico: l’Università entro 90 giorni dalla notifica della sentenza (datata 20 giugno 2018) «dovrà ripetere la procedura di valutazione, nominando una nuova commissione in diversa composizione, per garantire la massima imparzialità della valutazione delle candidature».