Coltivare le fragole non rende più? Si cambia: more, lamponi e mirtilli sono la nuova frontiere del business
More, lamponi, mirtilli, VERONA ribes. I profumi e i colori dei piccoli frutti, ricchi di antiossidanti e di vitamine, stanno guadagnando sempre più spazio nei negozi di frutta e nei supermercati, acquisendo di conseguenza una crescente importanza nel settore dell’agricoltura. Nella provincia di Verona molti frutticoltori si stanno lanciando nella coltivazione, trovando soddisfazione sia nelle rese che nella redditività. La superficie dei piccoli frutti nel Veronese è passata infatti dai 119 ettari del 2015 ai 156,5 del 2017, con una produzione pari a 18.589 quintali (dati di Veneto Agricoltura). «Molti fragolicoltori hanno iniziato a diversificare la produzione coltivando piccoli frutti», spiega Damiano Valerio, azienda agricola a Raldon, della sezione frutticoltori di Confagricoltura Verona e vicepresidente dell’Associazione fragolicoltori della pianura veronese, che conta 40 aziende associate. «Le fragole, dal 2006, hanno avuto un tonfo sul mercato a causa dell’agguerrita concorrenza, che negli ultimi anni è soprattutto spagnola. Il clima, inoltre, non aiuta. Quest’anno, a causa della stagione partita in ritardo, non siamo neppure riusciti a sfruttare l’anticipo climatico con la Germania, che si è quindi arrangiata con il proprio prodotto nazionale. Perciò molti di noi stanno orientandosi verso altre colture. I piccoli frutti sono una di queste. I prezzi sono molto buoni. Le more, che quest’anno erano partite in sordina, sotto i 4 euro, sono arrivate a 5 euro il chilo e ora si sono assetate a 4,5, di cui 4 euro vengono a noi produttori a fronte di un costo di produzione di 3 euro. Con i lamponi si è arrivati a toccare 7 euro il chilo e così con i mirtilli, a fronte di un costo di produzione di 4 euro».