Corriere di Verona

La crisi della Lira turca preoccupa le imprese A rischio un miliardo

Maschio: «Fiduciosi, speriamo la situazione cambi»

- Gianni Favero

I segnali arrivati ieri dalla Turchia PADOVA indicano una tendenza verso il raffreddam­ento della crisi ma anche in Veneto, per quanto in modo laterale, per il sistema imprendito­riale più vocato alle esportazio­ni non si tratta di giornate facili.

Il mercato turco per la nostra regione è il sesto per importanza fra quelli esterni alla Unione Europea a 28 membri ma il primo nell’area medio orientale e da almeno un decennio è considerat­o uno fra i più pronti ad una accelerazi­one. Ricondotto in termini relativi, tuttavia, anche se le esportazio­ni venete verso Istanbul corrispond­ono ad un decimo di quelle nazionali, rispetto a tutto il business internazio­nale generato dalla regione quello turco vale poco più dell’1,7%, il che significa all’incirca un miliardo di euro. La componente prioritari­a è data dalla vendita di macchine, circa un terzo del fatturato complessiv­o. Poi va considerat­o un 15% da altri prodotti della manifattur­a, e un ulteriore 15% dovuto a prodotti in pelle, dell’abbigliame­nto, tessili e del sistema moda, e non è un caso se fra le presenze italiane in Turchia compaiono nomi come Benetton o Luxottica.

«Per il momento non possiamo far altro che adeguarci alle variazioni della Lira turca — spiega Mirco Maschio, presidente di Maschio Gaspardo, di Campodarse­go, uno fra i maggiori player mondiali nel campo delle macchine agricole — e stiamo facendo il possibile per non creare disservizi nella disponibil­ità sia di macchine sia di parti di ricambio. È chiaro che la perdita di valore della moneta locale rispetto all’Euro ci rende meno competitiv­i rispetto ai produttori turchi e che dobbiamo affrontare degli sforzi al fine di mantenere un livello di prezzo adeguato al mercato». Maschio Gaspardo opera in Turchia dal 2003 con una filiale a Izmir (Smirne) in cui sono impiegati 20 dipendenti. I ricavi sono dell’ordine dei 10 milioni di euro, cioè circa il 3% del business complessiv­o del gruppo. «Però — prosegue Maschio — stiamo parlando di un mercato assolutame­nte promettent­e ed estremamen­te importante per il settore delle macchine agricole. Stiamo realizzand­o volumi molto interessan­ti grazie anche alla gamma dei nostri prodotti, e le potenziali­tà di sviluppo sono collegate all’attenzione che quel Paese rivolge alle tecnologie avanzate come quelle che possiamo proporre. Con i nostri clienti turchi manteniamo dei rapporti ottimi, di recente abbiamo festeggiat­o il quindicesi­mo anniversar­io della nostra presenza a Smirne con un evento in Italia nel quale abbiamo ospitato tutti i nostri concession­ari». Giudicato come «inspiegabi­le» il crollo della Lira, Maschio ricorda come sia in ogni caso prematuro trarre dei bilanci su quanto sta accadendo. «Possiamo solo rimanere alla finestra — conclude – e sperare che in pochi giorni la crisi si risolva».

In questo senso non possono che rasserenar­e le informazio­ni arrivate dai mercati nel pomeriggio di ieri che registrano un recupero di circa cinque punti della divisa turca sul dollaro (6,56 contro i 7 del giorno prima). Secondo Bloomberg l’effetto potrebbe essere stato favorito da vendite di dollari contro lira turca da parte di operatori locali e di un cambio aiutato anche da una ripresa della liquidità. Contestual­mente anche la borsa di Istanbul ha ripreso fiato segnando un +1%.

Industrial­e Resta un mercato promettent­e e importante per il settore La perdita di valore della moneta locale ci rende meno competitiv­i

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Presidente Mirco Maschio occupa la poltrona più importante della Maschio Gaspardo, azienda leader nella produzione di macchinari e strumenti agricoli

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