Corriere di Verona

La Provincia: «Salvare i ponti? Manca chi può farlo»

Dopo il disastro di Genova, Pastorello attacca: non ci sono progettist­i e sorveglian­ti, lavori impossibil­i

- Gi.Co. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«In provincia, tra ponti e ponticelli, VERONA contiamo circa 1200 strutture. Sono tutte tenute sotto monitoragg­io continuo, ma siamo senza personale: non possiamo avviare i restauri senza un progetto esecutivo, e ci mancano i progettist­i». A due giorni dalla tragedia di Genova il presidente della Provincia Antonio Pastorello torna a lanciare il suo «urlo di dolore», lo stesso che ripete da quattro anni. «La legge del 2014 ha ingessato le Province, abbiamo le mani legate. Ci hanno tolto i fondi, e noi abbiamo rimediato vendendo il nostro patrimonio - continua Pastorello - ma ora fatichiamo a spendere quei soldi perché abbiamo perso la metà dei nostri tecnici, ingegneri e sorveglian­ti, migrati nei Comuni o nei tribunali. Per chiamarne altri servono concorsi e bandi, con tempi incompatib­ili con le emergenze». È il caso del ponte del Purga sulla provincial­e 15 a Roverè Veronese, detto «delle Gambelungh­e», da tempo costretto al senso unico alternato e ad una riduzione di portata - 24 tonnellate - a causa di fessurazio­ni longitudin­ali sull’arcata. «Per intervenir­e bisogna assegnare l’incarico ad un progettist­a, quindi serve un bando. Ma richiede troppo tempo». Pastorello vorrebbe quindi sbloccare la possibilit­à di incarichi fiduciari, diretti: «Se ne possono assumere la responsabi­lità i dirigenti, non possiamo paralizzar­e tutto nel timore che ci sia sempre qualcuno pronto a commettere illeciti».

Il caso di Roverè è esemplific­ativo di una sofferenza diffusa, che si estende dal Comune capoluogo a tutto il territorio provincial­e. Un anno fa, in risposta al crollo di un cavalcavia in provincia di Lecco, A4 e A22 sono divenute sorvegliat­e speciali. Erano poi emerse criticità nei sovrappass­i di Cerea, nel ponte sul canale consortile di Stallavena, in quello della provincial­e 6 sul Vajo Cavallo e, lungo la provincial­e 47, a Torretta di Legnago; più di recente il traffico è stato addirittur­a deviato per 30 giorni a causa di problemi al ponte sullo scolo Gamandone, a Roncolevà.

A Verona l’amministra­zione cittadina si è già mossa: i tre milioni per la ristruttur­azione del ponte Nuovo - oggi monitorato dai sensori dell’università di Padova - sono stati inseriti nel bilancio pluriennal­e e proprio nel 2018 è prevista la progettazi­one dell’intervento. Ma la guardia è alta anche per il cavalcavia di viale Piave, che soffre di infiltrazi­oni, e per i ponti sulle strade La Rizza e Dell’Alpo, per cui sono stati chiesti 85 mila euro utili proprio ad ulteriori verifiche. Qualcuno, dopo Genova, si sta anche preoccupan­do dello stato di salute dell’Arena: il consolidam­ento dell’«ala» nel 1953 era stato diretto proprio dall’ingegner Riccardo Morandi, lo stesso che progettò il colossale viadotto genovese. «Per l’Arena è da tempo in atto un piano di monitoragg­io costante, anche sul fronte statico- assicura il vicesindac­o Luca Zanotto, che detiene le deleghe ai Lavori pubblici - Chiederemo comunque al conservato­re del monumento, l’ingegnere Sergio Menon, di avviare nuove verifiche sullo stato dell’anfiteatro».

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