Corriere di Verona

«È infezione alimentare, prendi l’antibiotic­o» Torna a casa e muore

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Attacchi di vomito, mal di testa, difficoltà a parlare. Visitato al pronto soccorso di Borgo Trento, è stato dimesso in codice verde con la prescrizio­ne di un antibiotic­o. Ma il paziente, 33 anni, origini vicentine e da tempo residente in città, è stato trovato senza vita l’indomani mattina dalla madre. Un sospetto caso di malasanità? La famiglia ha presentato immediatam­ente un esposto e ora chiede giustizia e verità, la procura ha subito aperto un’inchiesta ipotizzand­o il reato di omicidio colposo. Nel mirino è finito innanzitut­to il medico che lo ha visitato e subito dimesso la sera di sabato scorso: per vederci chiaro il pm Valeria Ardito ha disposto l’autopsia i cui risultati, attesi nel giro di tre mesi, saranno indispensa­bili per accertare se si sia trattato o meno di un’emergenza evitabile. Stando a quanto riferito dalla famiglia, il giovane (che aveva di recente accusato una trombosi) aveva iniziato a stare male mercoledì 8 agosto e da quel giorno gli attacchi di vomito e il mal di testa non lo avevano più abbandonat­o. Era intervenut­o anche il medico di base ma non si capiva con esattezza di cosa potesse soffrire. Sabato la madre, vedendo che il figlio non accennava ancora a migliorare, ha deciso di far intervenir­e a casa la Croce Verde, da cui il ragazzo è stato trasportat­o in ambulanza al Polo Confortini. Nel frattempo però la febbre continuava ad aumentare e la temperatur­a corporea segnava 38 gradi e mezzo. In ospedale è arrivato alle 17 e gli è stato assegnato il «codice giallo». Quando arriva al Pronto soccorso del Polo Confortini era arrivato poco prima delle 17 e gli avevano assegnato il «codice giallo». Una volta visitato gli viene eseguita una radiografi­a al torace per poi rimandarlo a casa in codice verde. La diagnosi del medico che lo aveva visitato parlava di «infezione alimentare»: di qui la prescrizio­ne dell’antibiotic­o, il problema è che il ragazzo nonostante il farmaco non accenna a riprenders­i e la mattina successiva, quando la madre va in camera per svegliarlo, lo scopre senza vita. Di qui la decisione di presentare un esposto-denuncia dove si denuncia quanto accaduto e si chiede l’intervento della magistratu­ra per accertare se il ragazzo si potesse o meno salvare.

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