Delitto Fiori Caso chiuso senza colpevoli
Delitto Fiori, la Cassazione rigetta l’ultimo ricorso della famiglia
Per 17 anni non si sono mai stancati di invocare giustizia. Stefano Wallner, con i figli, ha continuato a chiedere di dare «un nome a chi ci ha ammazzato Rosanna». Ma ora il caso si chiude senza colpevoli.
Per 17 interminabili anni non si sono mai stancati di invocare giustizia. Stefano Wallner, con i figli Vera, Marco e Luca, ha continuato a chiedere a ogni indagine e processo di dare «un nome a chi ci ha ammazzato Rosanna». È dal 2001 che si battono per «conoscere la verità», ma a tutt’oggi devono ancora ottenere risposte. E adesso, forse, non le avranno mai.
La Cassazione ha infatti pubblicato la sentenza con cui decreta «inammissibili» tutti i motivi di ricorso addotti dalla famiglia Wallner nell’impugnare l’ultimo verdetto, quello con cui la Corte d’appello di Cagliari aveva assolto presunti mandati ed esecutori del delitto costato la vita all’imprenditrice Rosanna Fiori quel maledetto 3 ottobre 2001 do fronte alla sua azienda vivaistica Barbagia Flores.
«Una mazzata che non mi sarei mai aspettato. Però non mollo e continuerò a lottare fino all’ultimo» aveva promesso il vedovo della vittima, il signor Wallner, con l’indomita tempra dei suoi 78 anni all’indomani di quella sentenza «senza colpevoli» con cui si era chiuso il processo di secondo grado contro gli imputati di quello che è passato alle cronache come «delitto Fiori». Detto, fatto: Stefano e i tre figli (Vera gestisce la nota pasticceria-caffetteria Wallner in via Dietro Listone), non si sono voluti arrendere e hanno presentato ricorso chiedendo agli Ermellini di far riaprire il processo d’appello e, soprattutto, il caso.
Ma da Roma, purtroppo, l’esito del loro atto d’impugnazione ha gelato ogni speranza: la Suprema Corte, nelle motivazioni, definisce «ineccepibile» il verdetto di secondo grado e «non provato il ruolo di mandante» contestato a Daniela Depau, una delle figure su cui fin da subito si erano concentrati i sospetti degli investigatori. Era andata così anche in primo grado, con Stefano Wallner che aveva voluto partecipare in prima persona al processo in Corte d’assise a Cagliari: origini austriache, assicurava di «voler lottare in ogni modo e in ogni sede per avere la giustizia che io e i miei figli cerchiamo dal 2001». Volevano i responsabili dell’agguato di sangue che in Sardegna aveva strappato loro all’improvviso l’amore e il sorriso della «bellissima e adorata» Rosanna. Dopo 18 anni, però, di fatto la Giustizia è arrivata all’unica certezza di doversi arrendere. «Tutti assolti», hanno decretato i giudici togati e popolari sia in primo che in secondo grado. «Caso chiuso» ha dichiarato adesso la Cassazione. In concreto, vuol dire che nessuno pagherà per l’omicidio volontario dell’imprenditrice di 54 anni, ammazzata davanti alla sua azienda, la Barbagia Flores. Zero responsabili anche per i quattro reati collegati, visto che gli otto imputati sono stati assolti perché «il fatto non sussiste». Sotto accusa, tra gli altri, figurava appunto la Depau, scoppiata in lacrime dopo il verdetto e accusata insieme al marito Francesco Stochino di aver ideato il piano. Usciti indenni dalle aule di tribunale anche Marcello Ladu, Marco Serra, Gianluigi Depau, Maria Annina Serra, Alberto Depau, tutti a vario titolo - secondo l’accusa - implicati nel brutale assassinio Fiori e negli altri reati che insanguinarono l’Ogliastra in quegli anni. Già presidente nazionale di Confagricoltura per due mandati, Wallner è stato uno dei principali industriali della frutta in Italia mentre in Sardegna era approdato a metà degli anni Novanta. Aveva incontrato la sua Rosanna durante una vacanza a Cagliari e anni dopo, in occasione di una partita di calcio, si erano rivisti per caso a Verona. Dal loro amore sono nati tre figli: tra loro c’è Vera, che come il padre diceva di sperare in «una sentenza che riconoscesse finalmente giustizia a mia madre e alla sua memoria. Invece nulla di tutto questo è avvenuto e questa - reagì alle assoluzioni in appello - è un’autentica vergogna. Ma continuerò a cercare la verità e la giustizia fino all’ultimo giorno, sempre accanto a mio padre». La giustizia però ha gettato la spugna, purtroppo.