Verona, quale tridente contro il Padova? Il dubbio di Grosso è tra Pazzini e Di Carmine
Indisponibili Lee e Cissè, scelte obbligate per gli esterni: in campo Matos e Ragusa
Un tridente innescato per dare l’assalto al derby. Domenica il Verona debutta in campionato al Bentegodi sfidando il Padova. Per l’Hellas la partita è subito calda. Fabio Grosso lavora sulle mosse per sorprendere l’assetto accorto che Pierpaolo Bisoli sta preparando per mettere del pantano nella manovra gialloblù. Ecco, allora, quei tre attaccanti da schierare in avanti, per il Verona, secondo le cadenze tattiche sperimentate in questo lungo scorcio d’estate, tra le amichevoli e il doppio impegno in Coppa Italia.
Quello dall’esito convincente (4-1 alla Juve Stabia) ha fatto intuire quale sia il potenziale del’Hellas. L’altro, il 2-0 incassato a Catania che è costato al Verona l’eliminazione, ha messo l’accento su quanto resta da correggere e su una fase di rodaggio apertissima. Proprio in Coppa, peraltro, Grosso ha utilizzato due linee d’attacco identiche nella forma – ossia, l’abituale batteria a tre –, ma diverse nella sostanza, leggi gli uomini inseriti. Con la Juve Stabia c’erano, in partenza, Lee e Matos ai lati e Giampaolo Pazzini al centro. Al Massimino, invece, Grosso ha messo in campo dal via Samuel Di Carmine, confermando Matos e sostituendo Lee con Ragusa. Il sudcoreano, assente per la chiamata della propria nazionale per i Giochi Asiatici, non sarà a disposizione. Non solo: il recupero entro domenica di Karamoko Cissé è poco probabile. Occorre avere pazienza per averlo al meglio.
Grosso, per questo, ha in mano una coppia poco meno che obbligata, con Ragusa e Matos, con un jolly extra, ovvero Lubomir Tupta. Ma poi,
ovviamente, il banco lo tiene un’altra questione: Pazzini o Di Carmine? Chi sarà il vertice d’attacco dell’Hellas nel derby che aprirà il campionato gialloblù? L’interrogativo non è vano, ma non deve ingenerare equivoci. Avere in organico due attaccanti simili è un vantaggio, non certo un valore disgiunto. Si tratta di due centravanti d’area, finalizzatori puri. Di Carmine ha descritto senza fronzoli le proprie caratteristiche («Sono una prima punta, non un trequartista o un esterno»), mentre la letteratura su Pazzini non ha bisogno di ulteriori note. Che, al bisogno, possano duettare, non è un’utopia. Intanto, però, ci sarà da prendere una prima decisione, tirando l’occhio anche all’opportunità di una staffetta. Averne di dubbi del genere…